Una notte italiana. Per tornare ad abbracciarci

notte nazionale successo

Scrivere a caldo, nell’immediatezza del successo europeo della nazionale italiana, con i caroselli di auto, i fuochi d’artificio, il chiasso felice del dopo partita, diventa difficile per il coacervo di emozioni che agitano la nottata. Nemmeno vale l’immagine televisiva dell’imperturbabile presidente Mattarella che appena sorride nonostante il mitico stadio londinese di Wembley si colori d’azzurro all’ultimo rigore parato da Donnarumma. Mattarella evoca un altro presidente della Repubblica, in un altro 11 luglio del lontano 1982, quando a Madrid l’Italia vinse il campionato del mondo. Allora c’era Pertini che, colmo d’entusiasmo, agitava la pipa in segno di giubilo. E con lui esultava la nazione.

Mattarella è l’esempio della compostezza, ma sa perfettamente quanto valga questa vittoria europea: è un traguardo sportivo ma è come se un intero Paese si scrollasse di dosso un biennio di sofferenze, di lutti, di dolore. E’ come se lasciassimo dietro le spalle la tragedia provocata dalla pandemia per tornare a gioire, ad abbracciarci. Certo, la partita con il virus è ancora da archiviare, ma da Londra arriva il segnale decisivo della ripartenza. Una metafora, se si vuole. Ma anche la sensazione che ci si ritrova uniti attorno a un successo calcistico, e che, assieme, facendo squadra, come ha fatto squadra la nazionale di Mancini, possiamo farcela. Si vince con la forza del gruppo, non c’è dubbio.

Una domenica storica. Come smentire? Campioni d’Europa e, per la prima volta in 144 anni, un italiano, Matteo Berrettini, gioca la finale del massimo torneo di tennis, quello di Wimbledon (ancora Londra). Non ha vinto contro un Djokovic invincibile. Ma la sua partita ha lo stesso valore del riscatto, come per la nazionale di calcio. Riscatto per uno sport, il tennis, che non ci ha quasi mai visto primeggiare. Riscatto per gli azzurri del calcio che soltanto tre anni fa hanno visto la porta chiusa in faccia ai mondiali. Riscatto – e torniamo ancora lì – per un Paese che ha voglia di tornare a vivere. Che merita di tornare a vivere. E che dai suoi atleti ha soltanto da imparare per forza di volontà, per dedizione, per la capacità di crederci. Nel frattempo festeggiamo, in questa “magica notte italiana”.

notte successo italia londra – MALPENSA24