Uno Stradivari per la Gente, stop al sito clone. Sul marchio 13 cause in tribunale

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LEGNANO – Il sito era fatto in modo da trarre in inganno chiunque. Per anni enti pubblici, associazioni, semplici appassionati di musica ci sono cascati, consultandolo convinti che fosse quello ufficiale. Ma c’è di più: alcuni hanno persino invitato chi c’era dietro quello specchio per allodole virtuale affinché tenesse concerti in pubblico, ammaliati dalla prospettiva di poter ascoltare dal vivo nientemeno che un autentico violino Stradivari, strumento rarissimo e pregiato, capace di far vibrare le corde più profonde del cuore a secoli dalla sua realizzazione nella celebre bottega di liutai cremonesi. Invece, a presentarsi a nome di “Uno Stradivari per la Gente” era un musicista che non aveva alcun titolo per farlo. E quello che pizzicava con l’archetto non era affatto uno Stradivari, ma uno strumento qualsiasi.

All’inganno ha posto fine, dopo 5 anni, la Polizia postale. Alla fine di luglio il sito è stato oscurato su sollecitazione del vero “Stradivari per la Gente”, uno dei progetti culturali di ampio respiro portato avanti dall’Accademia Concertante d’Archi di Milano. La onlus è ben conosciuta nell’Alto Milanese per i concerti organizzati sul territorio a favore di associazioni e fondazioni impegnate in ambito sociale e per il fatto che a suonare autentici violini Stradivari – fra gli strumenti più rari e preziosi al mondo – è il giovane e talentuoso sanvittorese Lorenzo Meraviglia (nella foto, un concerto-evento organizzato nella Basilica di San Magno a Legnano).

Maestro Benaglia, com’è nato il progetto “Uno Stradivari per la Gente”?

«Il marchio, che abbiamo depositato al ministero per i Beni e le attività culturali fino al 2031, è nato nel 2007 quando ci si siamo accorti che c’era gente disposta a pagare 200 euro per ascoltare uno di questi strumenti a teatro – racconta a Malpensa24 il Maestro Mauro Ivano Benaglia dell’Accademia Concertante d’Archi di Milano, che ha sede a Mozzate, nel Comasco – Noi però abbiamo pensato di portare gli Stradivari (l’Accademia ne possiede diversi esemplari, assicurati per un valore complessivo di 150 milioni di euro, nda) nelle case di riposo, nelle piazze, nelle parrocchie con ingresso gratuito e a scopo benefico. I collezionisti che possiedono uno Stradivari lo tenevano in banca o chiuso in una teca: così invece viene valorizzato sia lo strumento, sia il giovane musicista che lo suona. Abbiamo inventato un format che ha avuto grande successo. Quando sente suonare uno Stradivari, la gente lo ascolta con 8 orecchi».

E poi che cos’è successo?

«Nel 2016 un ex musicista dell’Accademia si è appropriato del progetto e si è preso il diritto di registrare un dominio web con lo stesso nome. Da lì una serie di equivoci per cui chi voleva uno Stradivari per un evento contattava lui, che il più delle volte non l’aveva, ma suonava con un altro strumento. Un falso clamoroso, andato avanti per anni».

Immagino con gravi conseguenze per la vostra attività.

«Ma certo! Eravamo arrivati a non fare quasi più nulla, perché attraverso quel sito chiamavano lui, che faceva i concerti al posto nostro. Questo musicista, che era stato fra i protagonisti del progetto, ha fatto molte attività con noi, ma non poteva pensare che il progetto fosse suo: era e rimane dell’Accademia, che l’ha pensato per valorizzare i giovani, e lui non lo è più. Dal suo comportamento è derivato un danno grave per noi, ma non potevamo fare niente finché aveva il sito operativo. Adesso invece potremo affiancare al nostro sito ufficiale anche quello dedicato alle iniziative con lo Stradivari».

Com’è venuto a conoscenza del plagio?

«Qualcuno se n’è accorto perché non c’era la struttura di sicurezza che un simile evento comporta, come una scorta per lo strumento, o la tutela della Soprintendenza. Che sia un collezionista, e si tratta di persone assai in vista e facoltose, o un ente pubblico come un museo o una Provincia, si aspettano un interlocutore serio, affidabile, ma anche la presenza dei carabinieri, che alloggi nel migliore hotel. Nulla di tutto questo succedeva con lui, che si presentava con violini sconosciuti e solo un pianista, mentre noi coinvolgiamo diversi organici strumentali, dal pianoforte al gruppo d’archi, fino alla sinfonica e coro».

Quante cause sono aperte per questo caso sul piano giudiziario?

«Ben 13, che stanno per risolversi tutte a nostro favore. Abbiamo dovuto difenderci con lui e con altri. Ora siamo riusciti a chiudere quel benedetto sito. Una conclusione molto positiva, dopo il polverone che ha sollevato. Il marchio “Uno Stradivari per la Gente” non si vende, perché identifica noi e la nostra associazione. E viva la musica».

Lorenzo Meraviglia suona uno Stradivari da San Vittore Olona nelle Rsa via tablet

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