Varese, colpo a sorpresa in casa Lega. Il commissario cittadino è Cristiano Angioy

cristiano angioy viglio

VARESE – Colpo a sorpresa in casa Lega: il commissario che guiderà il Carroccio varesino da qui alle prossima campagna elettorale sarà Cristiano Angioy Viglio, avvocato quarantenne in Lega dal 2009. La decisione del segretario provinciale Matteo Bianchi è stata presa nella tarda serata di ieri, venerdì 5 giugno. Una scelta di fatto che ha spiazzato molti. O per lo meno i tanti che erano convinti dell’investitura di Fabio Binelli, uscito di scena proprio all’ultima curva. Evidentemente quella decisiva.

Angioy l’outsider

Nella sede di piazza Podestà i commenti davanti al nome di Angioy sono pressoché unanimi: “Un leghista ben voluto da tutti in sezione. Sempre presente”. E, ma questo non lo dice nessuno per timore di essere frainteso, senza pedigree. Angioy, infatti, è apprezzato dai militanti anche per questa normalità, nel senso che nel suo curriculum politico non vi sono scritte battaglie o prese di posizioni tali da “etichettarlo” in quota a questo o quell’altro “peso massimo” della sezione. “E’ un leghista”, dicono. Punto. E la cosa potrebbe giocare a suo favore, anche se avrà da correre, in un momento in cui tra le priorità vi è quella di mantenere unità e compattezza.

Angioy è varesino, nato e cresciuto in città, diplomato al Liceo Classico Cairoli. E’ sposato, avvocato civilista e societario, iscritto al foro di Varese. Alle ultime elezioni comunali è stato candidato nelle liste della Lega (ovviamente) e ha incassato 24 preferenze.

E Binelli?

In molti in sezione lo vedevano già commissario. Ma alla fine una serie di valutazioni personali e professionali hanno suggerito a Fabio Binelli di non imbarcarsi in un’avventura affascinante e stimolante, ma che gli avrebbe richiesto tempo. Troppo tempo. Sicuramente più di quello che lo storico militante leghista ha valutato di poter mettere a disposizione.

E anche se, dice qualcuno, a questo giro la gara tra i papabili alla guida della sezione sia stata quella a “non prendere”, i nomi che il Carroccio varesino aveva sul tavolo erano diversi e con peso politico o storia di partito non indifferenti. Pare che il segretario provinciale Bianchi, infatti, abbia in una prima fase pensato o sondato varie scelte: dallo stesso Binelli a Carlo Piatti, passando per Marco Pinti, Emanuele Monti e Andrea Mascetti. Senza dimenticare Roberto Maroni. Una rosa ampia, dalla quale alla fine è stato estratto il petalo “outsider”, quello meno scontato e più sorprendente.

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