“Varese è donna” si presenta: «Pronte a lavorare per la città. Ma ascoltateci»

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Varese è donna, il volto femminile del commercio in Galleria Manzoni

VARESE – Varese sta vivendo le ultime ore in vista del ballottaggio, ma, in città, c’è chi è già oltre l’appuntamento elettorale. E ha iniziato a mettere il primo tassello, con un incontro online, per riordinare le idee discusse nei lunghi mesi della pandemia e riannodare i fili con l’obiettivo di creare sinergie tra mondo economico, del commercio, dell’associazionismo e della pubblica amministrazione e metter in campo iniziative trasversali per un domani che, in realtà, è già oggi.

La Varese (del domani) è donna

Varese è donna, così si chiama il gruppo, al momento tutto al femminile, che chiede, prima di tutto: «Più dialogo e ascolto con le istituzioni. Quel dialogo che è venuto a mancare, che il Covid ha reso ancor più difficoltoso, ma di cui si sente un grande bisogno». A “tirare” il gruppo sono Stefania Cipolat, che si è messa in gioco per Matteo Bianchi con la civica Grande Varese – Varese Città Giardino (e sta vivendo le ultime ore di una campagna elettorale intensa) ed Eleonora Paolelli, sindaco di Bodio Lomnago.  Con loro, per ora, una sessantina di varesine e tra queste le commercianti della Galleria Manzoni (e non solo), Raffaella Greco, Chiara Narratore, Luisa Cortese, Gloria Valli, l’associazione Andos, ma anche cittadine che lavorano nella pubblica amministrazione. Un gruppo, dicono «non di femministe, ma di cittadine in

Svincolate dalla campagna elettorale, “legate” alla città

«Questo progetto, ancora in embrione – spiega Cipolat – è slegato dal contesto elettorale. Nasce da più lontano. E ha mosso i primi passi nei mesi dei lockdown, quando il Covid ha come fermato la vita di tutti, ha chiuso molti canali di comunicazione tra le persone, ma ne ha aperti di nuovi. Ed è lì, sui social, che ci siamo ritrovate, ci siamo conosciute e abbiamo deciso di iniziare a guardare oltre la la pandemia».

E così il gruppo si è allargato a singole cittadine e ad associazioni. Una rete che conta donne commercianti, varesine impegnate nel mondo dell’associazionismo sociale e culturale, pennone che lavorano nella pubblica amministrazione. «Una gruppo – continua Cipolat – che ha condiviso la necessità di riaprire un dialogo con l’amministrazione. E al di là di chi sarà il nuovo sindaco. Crediamo che Varese abbia la necessità di mettere a sistema una serie di “ricchezze”, che devono superare la sindrome dei “mondi separati”. Mi spiego meglio, tutta una seri di problematiche legate alle donne che portano avanti un’attività commerciale si possono anche superare legando la sfera lavorativa a quella culturale. Oppure, il grande valore del lavoro svolto dalle associazioni in un campo delicato come quello sanitario, ad esempio, deve emergere anche in città, deve avere occasioni per farsi conoscere e raccontare. E tutto questo si può fare solo aprendo un dialogo con chi governerà la città. Attraverso iniziative che sappiamo coinvolgere i diversi mondi e soprattutto i cittadini». Insomma, il primo passo è fatto e Stefania Cipolat assicura che Varese è donna ben presto uscirà allo scoperto.