Falsi invalidi, indagato consulente medico del tribunale di Varese. La truffa vale un milione

VARESEFalsi invalidi, maxi truffa all’Inps: giro d’affari da un milione di euro. Emergono nuovi dettagli dell’inchiesta della Guardia di Finanza che ha coinvolto 39 persone, tra medici compiacenti e finti invalidi: mazzette per 400mila euro. Indagato anche un consulente medico del tribunale di Varese.

Indagini chiuse

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese hanno notificato l’avviso di conclusione indagini emanato dalla Procura presso il Tribunale di Varese nei confronti di sette persone indagate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e truffa ai danni dello Stato finalizzata a consentire la fruizione a 32 soggetti dei benefici economici, fiscali e previdenziali derivanti dal falso riconoscimento di una invalidità civile e/o di un handicap: 39 persone a vario titolo coinvolte in reati in danno di Istituti previdenziali.

L’associazione a delinquere

Le indagini di polizia giudiziaria, condotte dai militari del Gruppo di Varese ed avviate a gennaio del 2019 sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria, hanno messo in evidenza un’associazione dedita a un collaudato sistema corruttivo nel quale, attraverso plurime condotte ed il coinvolgimento di più soggetti, ciascun componente della stessa era in grado di fornire il proprio contributo affinchè l’iter previsto per il riconoscimento di uno stato invalidante andasse a buon fine.

Certificati senza visite

In particolare, veniva accertato che, a fronte del pagamento di una somma variabile tra i 5mila e 8mila euro per ciascun paziente, l’organizzazione era in grado di fornire un servizio all inclusive. Vi era infatti chi assisteva il paziente nella presentazione della domanda di invalidità, chi lo metteva in contatto con gli specialistici compiacenti e chi lo accompagnava di fronte alla Commissioni valutatrici.

Al richiedente venivano poi consegnati dei certificati medici contenenti diagnosi ed informazioni rituali che enfatizzavano i medesimi quadri menomativi connotandoli di aspetti così altamente invalidanti da avere gravi ripercussioni sulla vita lavorativa, sociale e relazionale.

Tali certificati, redatti senza visitare il paziente e confluiti nella cartella personale dell’istante, venivano esibiti alla commissione valutatrice dell’Ats e, in caso di revisione, a quella dell’Inps, andando di fatto a condizionare, inevitabilmente, il giudizio espresso.

Commissioni immaginarie

Presso quest’ultimo ente è stato anche riscontrato che due medici convenzionati accusati di far parte dell’associazione criminale, procedevano, autonomamente, a istituire, solo sulla carta, false commissioni Inps di valutazione, senza che gli altri componenti, spesso loro colleghi, ne fossero al corrente. In seguito, riportando gli esiti di malattie e menomazioni permanenti o croniche inventate, avviavano telematicamente la procedura volta a garantire al soggetto richiedente i benefici della falsa invalidità.

Il sodalizio criminale operava non solo nell’ambito della provincia di Varese e più in generale in Lombardia, ma aveva interessi e ramificazioni estese sino al sud Italia. Infatti nel corso, delle indagini veniva accertato che alcuni richiedenti, seppur residenti fuori regione, per consentirgli di presentare la domanda di invalidità a Varese, venivano fatti trasferire temporaneamente in zona presso il domicilio di altri invalidi compiacenti.

Giro da un milione di euro

L’importo delle tangenti elargite e suddivise tra tutti i componenti dell’associazione ammonta a circa 400mila euro mentre i benefici economici illegittimamente garantiti ai 39 soggetti presi in esame corrisponde, nel solo periodo di indagine, a circa euro 600mila, senza calcolare quelli fiscali e previdenziali ancora in fase di quantificazione tenuto conto che almeno tre soggetti sono riusciti ad andare in pensione anticipatamente rispetto ai limiti previsti.

A 13 beneficiari sottoposti, successivamente, a visita di revisione straordinaria da parte dell’Inps è stata revocata la percentuale d’invalidità inizialmente riconosciuta, mentre per gli altri 19 è stata sensibilmente diminuita.

L’operazione delle Fiamme Gialle varesine rimarca la finalità di prevenzione e repressione dell’azione del Corpo nei confronti delle condotte illecite dall’elevato disvalore sociale in quanto tese a sottrarre risorse pubbliche destinate alle fasce più bisognose della popolazione.

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