Varese, il segretario della Lega Angioy: «Candidato sindaco? C’è anche Maroni»

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VARESE – Se la scelta del nome del candidato sindaco della Lega fosse una partita di calcio, si potrebbe dire che in questo momento in campo c’è Barbara Bison, ma a bordocampo si sta scaldando Roberto Maroni. Ovvero, sempre per stare in tema calcistico, un elemento di prospettiva, la Bison, e un Roberto Baggio, Bobo Maroni, pronto a entrare. Una doppia papabile candidatura che Cristiano Angioy Viglio, segretario cittadino da poco più di due mesi, deve gestire. Con lo stesso equilibrio di un funambolo e la stessa cura di un allenatore a inizio carriera alle prese con un fuoriclasse dalle doti indiscusse, ma che divide il pubblico. Ovvero i militanti della sezione del Garibaldino, i quali, come la curva di uno stadio, il loro gradimento l’hanno già espresso per Barbara Bison.

Cristiano Angioy, la sezione ha fatto le proprie scelte, Barbara Bison, ma il varese cristiano angioy viglio leganome di Roberto Maroni continua a girare spinto da quello che non è ancora un vento, ma una brezza che non accenna a fermarsi. A che punto sono i giochi per il candidato sindaco che sfiderà Galimberti?
«Lockdown e Covid non facilitano l’attività politica. Però siamo riusciti a fare una riunione importante con i militanti varesini, sfruttando anche le piattaforme di videoconferenza. E abbiamo parlato del candidato sindaco. Il nome di Barbara Bison è risultato molto gradito. Sul tavolo però c’è anche quello di Roberto Maroni».

Due profili differenti, forse agli antipodi, come andrà a finire?
«Vero. L’indicazione della sezione credo sia importante. Però in questo momento è ancora presto fare pronostici. Credo che accanto al ragionamento strettamente locale, ci debba essere una valutazione da parte dei livelli più alti del partito».

Negli ambienti leghisti si dice che la vera partita in corso (e sotto traccia) sia quella tra Giorgetti e Maroni, nel senso che entrambi dovranno sciogliere le rispettive riserve. E che l’indicazione di Giorgetti segnerà la strada da imboccare. E’ così? 
«E’ chiaro che Giancarlo Giorgetti è uno degli interlocutori importanti. Non l’unico però. Credo che le valutazioni su Varese, oltre che in sezione, le debbano fare anche il segretario regionale Paolo Grimoldi, quello provinciale Matteo Bianchi e lo stesso Matteo Salvini. Insomma il nome del candidato sarà la sintesi delle interlocuzioni tra i vari livelli della Lega. Sezione varesina compresa».

Converrà sul fatto però che a seconda del nome si giocherà di conseguenza la partita. Che sarà diversa se in campo ci sarà la Bison o Maroni. Non crede? 
«Innanzitutto dico che sono due nomi Lega. Mi sento di escludere quindi che il candidato possa venire dalla società civile. Sarà un militante. Dopo di che aggiungo che sul tavolo ci sono profili diversi e per motivi diversi pronti a una partita interessante».

Vediamo. Con Barbara Bison la Lega (e il centrodestra) come se la gioca? 
«Sarebbe la novità, come Davide Galimberti alle scorse elezioni; donna e Varese non ha mai avuto un sindaco “rosa”, è una professionista conosciuta, energica e dinamica».

Con Maroni invece si va sul classico? 
«No, si va su un candidato con un curriculum che non scopro certo io. Con Bossi ha fatto la storia della Lega e ha ricoperto ruoli importantissimi lavorando bene come ministro e come governatore. Un bagaglio enorme, anche in termini di conoscenze, che porterebbe a Varese un valore aggiunto. Se Bison rappresenta una ventata di novità, Maroni sarebbe una candidatura di pregio e di peso».

Per tutto il centrodestra? 
«Direi proprio di sì, perché credo che la battaglia si vince solo uniti».

Forse non a Varese, ma le frizioni non mancano. Non teme colpi di scena anche nella geografia politica della Città Giardino? 
«Di quello che sta accadendo “fuori Varese” noi siamo attenti osservatori. E non potremmo fare altrimenti, poiché non conosciamo nei dettagli tutti i veri retroscena».

Oggi nel centrodestra c’è una realtà nuova rispetto alle ultime elezioni: Lombardia Ideale, una costola della Lega, che in questo momento è in rotta con Fratelli d’Italia. Altra situazione che in qualche modo andrà gestita, anche a Varese. Come?
«Con gli esponenti di Lombardia Ideale c’è un dialogo costante. Non entro nel merito di questioni accadute in altre realtà. Auspico però che a settembre le piccole o medie divergenze siano tutte appianate. Solo così potremo iniziare un percorso con rinnovata energia e molto entusiasmo».

E con Forza Italia che non punta i piedi, ma dialoga anche con chi di centrodestra non è. Al momento non è un problema. Lo potrebbe diventare? 
«Credo che nel momento in cui ogni componente politica del centrodestra avrà la consapevolezza di portare alla coalizione il proprio valore aggiunto per un obiettivo comune ogni problema verrà limato e superato. Io sto lavorando, in maniera pulita, in questa direzione».

Davide Galimberti giocherà la sua partita anche “fuori gli stretti confini” del centrosinistra. Dove andrete a rosicchiare voti al sindaco uscente?
«A Galimberti va riconosciuta la capacità di giocare bene tutte le sue carte. Molte di queste però sono puramente di propaganda. Lui è già in campagna elettorale e non tutto ciò che ha detto di fare nell’ultimo scorcio di questo mandato lo realizzerà o lo potrà realizzare anche in futuro. Ecco, le promesse elettorali difficili da mantenere saranno un punto a nostro vantaggio».

Quale sarà invece il vostro cavallo di battaglia in campagna elettorale?
«Da cittadino prima ancora che da segretario di partito vedo una città, soprattutto il centro città, che si sta spegnendo. Il Covid ha certamente lasciato il segno, ma credo che i commercianti siano stati lasciati troppo soli. Molte le serrande che non si sono più alzate. Questo, insieme alle difficoltà degli imprenditori, saranno due temi caldi. Tanto più che ancora non sappiamo cosa ci aspetterà in autunno a livello sanitario oltre che economico».

Quanto peserà sulle valutazioni autunnali il risultato elettorale di settembre, dove in alcuni Comuni il centrodestra andrà diviso e dove in altri si presenta unito più sulla carta che nella realtà delle cose? 
«I risultati del giro elettorale di settembre ci permetteranno di capire che aria tira. Ma anche quali saranno i nostri punti di forza e quali gli eventuali errori commessi. Questo lo dico in senso generale e non solo per Varese».

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