Varese, il paradosso dell’elettrico nel futuro dell’auto. «Europa come Cuba»

Da sinistra Pierluigi Bonora, Rudy Collini, Roberto Scavuzzo, Pierluigi Ascani

VARESE – Il calo delle immatricolazioni iniziato già nel pre-Covid, seguito poi da pandemia e guerra: è quanto mai incerto il futuro del settore della mobilità, sia a livello nazionale che locale. Un incontro promosso da Confcommercio a Varese ha fatto il punto della situazione, con gli interventi di esperti e rappresentanti istituzionali. Un grosso punto di domanda è rappresentato dallo stop alla vendita di auto non elettriche dal 2035 deciso dall’Europa. Per Federmotorizzazione il rischio è di dividere ricchi e poveri e di diventare come Cuba, con le vecchie auto che resteranno in circolazione.

Un mondo in evoluzione

La mobilità che cambia è stato dunque il tema al centro dei lavori che si sono svolti questa mattina, martedì 21 giugno, nella sede di Confcommercio in via Valle Venosta. Un appuntamento di rilievo nazionale che ha richiamato l’attenzione degli operatori del settore che hanno seguito l’evento in presenza e online. Obiettivo quello di fare il punto della situazione sull’impatto che le nuove idee di trasporto privato e pubblico avranno sul territorio e sul suo sviluppo economico.

Il paradosso dell’elettrico

Al centro della tavola rotonda, moderata da Pierluigi Bonora di #Forumautomotive, il blocco alle alimentazioni endotermiche dei veicoli dal 2035. Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione, lo ha chiamato “il paradosso dell’elettrico”. «L’Europa – ha detto – non è un’entità unica ma è divisa tra ricchi e poveri, benestanti e non. L’auto elettrica più venduta in Europa è la Tesla che costa 50-60mila euro di base ma il reddito medio di un lavoratore italiano è di 20mila euro. Si creerà un effetto Cuba, con auto che continueranno a restare in funzione, riparate in qualche modo e inquinando». Luca Squeri, onorevole di Forza Italia e componente della Commissione Commercio, ha osservato che «elettrificare tutto è una scelta sbagliata e di parte». Quindi l’intervento di Paolo Borchia, europarlamentare Lega: «Potremmo disseminare il territorio di colonnine elettriche partendo da domani mattina, ma resta da superare lo scoglio di come generare l’energia».

Migliaia di lavoratori coinvolti

Oltre ai temi di rilievo internazionale c’è stato anche un focus locale. «In provincia di Varese – ha osservato Rudy Collini, presidente di Confcommercio Uniascom Varese – ci sono circa 2500 aziende tra venditori, concessionari e coloro che operano nel settore delle riparazioni, accessori e gomme. È un settore vasto e traversale e bisogna essere preparati al cambiamento». Confcommercio vuole giocare un ruolo di dialogo e confronto in questa fase, anche attraverso la nascita di un presidio di Federmotorizzazione a Varese, il cui coordinatore sarà Roberto Scavuzzo.

I numeri sul territorio

In occasione dell’incontro sono stati diffusi alcuni dati raccolti dall’Osservatorio di Format Research, con un focus sul terziario in provincia di Varese, settore che comprende oltre 38mila imprese. L’analisi, basata su 150 interviste, parte dal clima di fiducia sulla situazione economica generale dell’Italia. Un dato molto basso: negli ultimi 3 mesi la percentuale è del 17,7%. Il 40,6% degli intervistati ha riportato una situazione peggiorata rispetto al trimestre precedente, il 42% una realtà invariata. Solo il 17,4% segnala un miglioramento. Valori simili anche per quanto riguarda i ricavi. Per quanto riguarda l’occupazione si registra una situazione di stabilità nell’ultimo trimestre, mentre costituisce un aspetto non secondario il problema dell’aumento dei prezzi, a partire da quelli applicati dai fornitori (aumentati nel 79,4% dei casi). Per l’85,7% delle aziende c’è stato quindi un incremento dei costi dell’energia, mentre i costi relativi a logistica e trasporti sono saliti nel 72,9% dei casi.