Varese, il Pd: «Più presidi territoriali per fase 2. Dov’è Regione Lombardia?»

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VARESE – «Seppure i dati dei contagiati e dei decessi da Covid 19 non inducono a rassicurazioni sulla fine dell’emergenza sanitaria in Lombardia, con riferimento soprattutto alla crisi delle Rsa e delle strutture sanitarie, si continua a chiedere a gran voce di pianificare la fase 2 dell’emergenza. Lo reclamano le aziende, lo reclamano le attività commerciali, lo reclamano anche gli amministratori locali che la consapevolezza delle numerose richieste per le risorse destinate al fondo alimentare da parte dei nuclei familiari in difficoltà». Questa la premessa del segretario provinciale Pd Giovanni Corbo.

Potenziare le strutture di medicina territoriale

E’ evidente che dopo due mesi di lockdown il Paese è in grave difficoltà. «La tanto auspicata riapertura deve essere rapportata, però, a una emergenza sanitaria non ancora conclusasi – prosegue Corbo – Per avere condizioni di sicurezza al termine del lockdown evitando un nuovo incremento dei contagi, è necessario garantire la possibilità di processare un numero considerevolmente superiore di tamponi a livello provinciale rispetto a quelli attuali. L’attuale esiguità del numero di tamponi eseguiti in provincia di Varese determinerebbe una sensibile difficoltà nell’isolamento dei contagiati e dei relativi contatti diretti». In queste condizioni occorre che ci sia un potenziamento delle strutture della medicina territoriale per evitare eventuali recrudescenze dell’epidemia.

Troppo poche le usca attivate

«La Regione Lombardia, al di là delle responsabilità sulle scelte passate, deve mettere in campo risorse economiche rilevanti per riorganizzare il Sistema Sanitario regionale – continua il segretario provinciale – Sul piano territoriale la creazione delle Usca ( Unità Speciale di Continuità Assistenziale ) può dare una risposta, ma, evidentemente, se in Lombardia ne sono state costituite 44 sulle 200 previste e in Provincia di Varese appena 4 su 17, non possiamo che rimarcare la nostra preoccupazione per una riapertura di cui si parla per il 4 maggio, ma su cui non vediamo ancora la rassicurante pianificazione che si si aspetterebbe, soprattutto a seguito dell’immane emergenza sanitaria che stiamo vivendo». Oggi è più che mai indispensabile un coordinamento per la fase 2.

Risposte che tardano ad arrivare

«Chiamiamola task force, chiamiamola cabina di regia, chiamiamolo tavolo di confronto , ma è necessario che le misura da prendere siano uniformi e omogenee, non dettate da fughe in avanti di amministratori locali lasciati soli a gestire tensioni economiche e sociali e, non auspicabili , nuovi incrementi dei contagi. Sia a Regione Lombardia che alla Provincia di Varese è stato richiesto un coinvolgimento in tal senso, un coordinamento che possa monitorare le istanze del territorio e definire in maniera univoca le azioni delle Amministrazioni Locali Aspettiamo delle risposte rapide su questi fronti. Risposte rapide che, purtroppo, ad ora non hanno avuto alcun riscontro», conclude Corbo.

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