Via libera dei soci di Amga al “piano Radice” per un nuovo futuro di Accam

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LEGNANO – Sì al “soccorso” di Amga per Accam, ma nella prospettiva di un radicale cambio di rotta nella gestione dei rifiuti. Nell’assemblea dei soci Amga svoltasi ieri sera, martedì 26 gennaio, il sindaco di Legnano Lorenzo Radice (nella foto) ha strappato l’approvazione del suo piano per l’inceneritore di Borsano. L’obiettivo dichiarato è non far fallire Accam, prendere tempo per trovare un accordo con i suoi creditori e, più a lungo termine, sviluppare l’impianto nella prospettiva dell’economia circolare. Il via libera al piano di Radice non è stato unanime: «Qualche socio è contrario – ammette il primo cittadino legnanese a Malpensa24 – e qualcuno preferisce stare alla finestra. Ma è normale quando si prospettano cambiamenti importanti. Quello che conta è che la maggioranza dei soci sono con noi».

Il sindaco di Legnano: «Non fallire, ma cambiare rotta»

Nell’assemblea è stato ribadito che la manifestazione di interesse di Amga nei confronti di Accam è scaduta, «ma non la ritiriamo formalmente – spiega Lorenzo Radice – perché l’intenzione dei soci di Amga è non far fallire Accam. Quindi la teniamo sul tavolo, per permettere ad Accam di trovare un accordo con i creditori nelle prossime ore. In seguito si deciderà quale piano d’azione proporre per seguire una delle procedure concorsuali previste dalla legge». Parallelamente, prosegue Radice, «lavoreremo con altre aziende del territorio perché facciano investimenti, come Amga si è detta disponibile a fare, nel momento in cui Accam aprirà a una ristrutturazione».

«Nuovi investimenti per andare verso l’economia circolare»

Accantonate le ipotesi di una Newco e di un semplice piano di risanamento dell’inceneritore che lo lasci com’è, la strada intrapresa ieri sera è quella di un piano dal respiro assai più ampio, che punti a uno dei temi cari a Radice, ossia l’economia circolare. «Non solo un investimento minimo, dunque, ma un investimento che serve per fare una cosa nuova: far ripartire il termovalorizzatore, ma anche sviluppare un impianto che nel giro di un anno permetta di non bruciare più il 100% dei rifiuti conferiti e di ricorrere ad altre forme di smaltimento. Un piano di area vasta – altro punto sempre caldeggiato da Legnano – che comprenda necessariamente altri impianti, andando verso l’economia circolare. Come ho già detto in commissione lunedì – conclude Radice – voglio poter guardare negli occhi i miei figli e dire loro di essere giunto a una svolta storica per il territorio, come lo fu l’apertura dell’inceneritore Accam 50 anni fa».

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