Accam, Radice tiene aperta la porta: «No al fallimento a tutti i costi, sì al dialogo»

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LEGNANO – Aprire un percorso di dialogo con tutti i soggetti politici e amministrativi del territorio e di aggiornamento rispetto ad ogni passaggio: è l’intenzione espressa dal sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, sulla crisi di Accam in apertura della riunione della commissione Sostenibilità del Comune svoltasi lunedì 25 gennaio. Radice ha riassunto così «la volontà di fondo su cui stiamo lavorando: la logica del ciclo integrato dei rifiuti, dell’area vasta e dell’economia circolare», già sostenuta in un video da lui divulgato in mattinata (vedi sotto). Su quello che ha definito «un servizio cruciale non solo per Legnano ma per il nostro territorio», il primo cittadino legnanese ha quindi espresso la speranza «che si riesca a dialogare anche partendo da posizioni politiche differenti e a trovare una sintesi su una questione così importante», prima di affermare con forza: «Io non voglio far fallire a tutti i costi Accam».

Il sindaco di Legnano: «Ripartire da area vasta ed economia circolare»

«Il tentativo che abbiamo fatto in questi mesi – ha spiegato Radice – è cercare di uscire dai vincoli della manifestazione d’interesse di Amga, che non abbiamo rigettato. Amga ha fatto un lavoro incredibile, anche su sollecitazioni di questa Amministrazione, per cercare punti di incontro. Non è vero che abbiamo giocato al rialzo, ma abbiamo cercato di costruire un’alleanza del territorio. L’attuale territorio di Accam non è sufficiente per portare avanti una gestione che deve rimanere pubblica e permettere ai Comuni di avere il controllo sulla filiera del rifiuto. Accam oggi si confronta con colossi, di qui il nostro appello ai colleghi di Busto Arsizio: dobbiamo lavorare insieme, o non ce la facciamo. Ci sono costi – ha sottolineato – che un fallimento avrebbe per tutti, dobbiamo esserne consci, oltre al rischio di perdere la proprietà pubblica dell’impianto. È forse l’ultima chiamata per questo territorio per cercare di fare un salto di dimensionamento, sul modello della società dell’acqua (Cap Holdind, nda)». In risposta ai consiglieri Letterio Munafò di Forza Italia («la società ormai è fallita») e al civico Franco Brumana («chiudiamo l’inceneritore e rivolgiamoci ad A2A»), Radice ha ribadito: «Far fallire Accam sarebbe una sconfitta. Vogliamo fare un salto epocale, con un impianto sempre più moderno e utile, dalle capacità accresciute. Per questo, serve la convergenza di un vasto territorio. Le condizioni non sono facili, ma ci permettono di iniziare a ragionare per fare i prossimi passi, compresa l’apertura a nuovi soggetti».

Garbarino: «Presto un Consiglio comunale dedicato»

L’assessore alla Sostenibilità con delega, fra l’altro, alle società partecipate, Alberto Garbarino (nella foto in alto), ha illustrato un documento di 20 pagine per riepilogare l’evoluzione di una vicenda che ha definito «assai contorta», passando attraverso la manifestazione d’interesse di Amga e il progetto di area vasta fino ad arrivare alla situazione odierna. Garbarino ha citato «i bilanci negativi; l’inconsistenza dei processi decisionali, con chiusure più volte annunciate (per il 2017, 2021 e 2027) e sempre rinviate a detrimento degli investimenti e mettendo a rischio la continuità aziendale; i gravi fatti giudiziari; l’incendio di un anno fa; il contenzioso con i fornitori perso in appello e concluso con il pignoramento di 1 milione di euro; il susseguirsi di piani industriali». Tutte queste vicissitudini, in parte dovute ad «accadimenti esterni, imprevisti e particolarmente significativi», hanno portato a «una situazione compromessa dal punto di vista degli impianti e finanziaria, con un forte indebitamento, intorno ai 10 milioni». Domani è in programma una nuova assemblea di Amga, mentre Garbarino ha concluso preannunciando una nuova riunione della commissione già la prossima settimana e un Consiglio comunale dedicato «per arrivare a una delibera d’indirizzo».

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