VISTO&RIVISTO E’nata una stella: Lady Gaga

stella lady gaga

di Andrea Minchella

VISTO

A STAR IS BORN, di Bradley Cooper (id., USA 2018, 135 MIN.).

Va premiato certamente il forte impegno che Bradley Cooper ha messo dentro questo difficile progetto. Si è messo dietro e davanti la macchina da presa, ha scritto la sceneggiatura, certo insieme al gigante Eric Roth di Forrest Gump, ha struccato per tutti noi Lady Gaga e ha sfoggiato una voce alla Chris Cornell o alla Eddie Vedder. Ma questo non è bastato. Il film, infatti, risente di una eccessiva carica caratteriale sia di Cooper che di Lady Gaga, che distraggono spesso dalla storia semplice di una ragazza cameriera con una voce immensa che incontra un trasandato e famoso cantane rock blues il quale la trasformerà in una stella pop, ma nello stesso tempo inizierà una lenta e inesorabile discesa verso gli abissi della vita.

Il film, comunque ben fatto, commuove molto. Ma non emoziona come avrebbe dovuto. Paga probabilmente, rispetto la terza versione del 1976 con una potente Barbra Streisand, un’epoca in cui l’overdose di reality o talent musicali sminuiscono e banalizzano la magia di una persona normale che ha l’opportunità si salire su un palco davanti a migliaia di fan ed esibirsi. Paga anche, credo, la presenza di una Lady Gaga, bravissima e penetrante, che pur struccata non riesce ad avere il viso di una ragazza qualunque. Durante il film, poi, la trasformazione di Ally, la protagonista, ricorda troppo l’evoluzione estetica della Lady Gaga che abbiamo tutti conosciuto.

Rimane comunque una strutturata capacità di recitazione di Cooper, ed una colonna sonora straordinaria con le canzoni scritte a quattro mani da Cooper e da Lady Gaga.

Questa favola di Robert Carson, la cui prima rappresentazione cinematografica risale al 1937 in cui però il tema legante è il cinema e non la musica, è come un algoritmo che, però, deve essere applicato facendo molta attenzione al contesto sociale e culturale nel quale prende vita ed al quale viene presentato.

 

RIVISTO

ONCE – Una Volta, di John Carney (Once, Irlanda 2006, 86 minuti).

Un piccolo gioiello passato troppo inosservato. Quando durante la notte degli Oscar del 2007 uno sconosciutissimo Glen Hansard vinse la statuetta per la miglior canzone “Falling Slowly”, ci fu un generale sconcerto. Un film irlandese costato appena 150 mila dollari e con due attori sconosciuti entrava potentemente nella mecca del cinema, vincendo uno dei riconoscimenti più importanti.

Una storia semplice di due ragazzi musicisti fa da sfondo alla vera protagonista: la colonna sonora. Canzoni potenti e struggenti cantate dal protagonista, anche in coppia della co protagonista, che scandiscono un film ridotto ai minimi termini che, a volte, prende la forma di un documentario girato con la telecamera più economica che c’è sul mercato. Da vedere e da ascoltare più volte.

stella lady gaga – MALPENSA24