VISTO&RIVISTO La magia e la vita nella musica dei Beatles

minchella visto rivisto yesterday

di Andrea Minchella

VISTO

YESTERDAY, di Danny Boyle (Regno Unito, Russia, Cina 2019, 116 min).

Intenso e nello stesso tempo leggero e spassoso. Un bel film musicale che prende spunto dallo scherzo magico che già Troisi e Benigni ci raccontavano nel lontano 1984 nel loro “Non Ci Resta Che Piangere” quando un sornione Mario, nella sperduta Frittole del 1400 “e qualcosa, quasi millecinque” per fare colpo sulla bella ed evanescente Pia, cantava “Yesterday”, sicuro di poter essere l’unico a conoscerne la provenienza. In questo “Yesterday”, infatti, il buono ed incompreso Jack, cittadino inglese in cerca di notorietà grazie alla musica, si ritroverà d’un tratto l’unico uomo sulla terra a conoscere l’intero repertorio del gruppo di Liverpool.

Ne nascerà una serie di piacevoli ed esilaranti momenti ben raccontati da un regista che conosce perfettamente i ritmi e la scrittura cinematografici. Danny Boyle, padre di “Trainspotting” e di “The Millionaire” mette in scena una fantasiosa e divertente storia che ci da diversi spunti sull’importanza vitale dell’arte, sulla sua necessaria contestualizzazione e sulla sua centrale funzione di abbellimento di un mondo, altrimenti, freddo e robotizzato. Il catalogo dei Beatles, che fu tra l’altro motivo di forte attrito negli anni ottanta tra Michael Jackson, che ne acquistò i diritti, e Paul McCartney, che si sentì derubato e tradito dal suo amico americano, diventa nel film di Boyle una linfa vitale capace di trasformare ogni persona che entra in contatto con quelle semplici ma rivoluzionarie note musicali.

Il racconto si fa più “serio” quando la musica “rubata” di Jack Malick capita in mano al gigante della musica contemporanea Ed Sheeran, che si sentirà, come lui stesso dice all’ingenuo e semplice Jack, come “Salieri al cospetto della genialità di Mozart”. Jack Malick, ora, potrà diventare la “Superstar” che aveva sempre sognato di diventare. Lo” Showbusines”, però, mostrerà a Jack tutto il suo carico di cattiveria e di freddezza, trasformando, solo apparentemente, il semplice ragazzo di paese, in un freddo e distaccato artista di fama mondiale. In realtà Jack, consapevole che il suo successo non appartiene a lui e da sempre innamorato della sua amica-manager Ellie, deciderà quale sarà la miglior strada da intraprendere.

Il film, dunque, equilibrato e ben scritto, trova forse il suo punto debole nella apparentemente necessaria storia d’amore tra il protagonista e la bella amica che aspetta, per diversi anni, di essere notata come una donna, e non solo come una conoscente. Questa vicenda rallenta in certi momenti il ritmo incalzante e perfettamente equilibrato della vicenda musicale e fiabesca. Rimane comunque una bella ed originale commedia che svolge egregiamente il suo compito, ovvero quello di intrattenere e divertire un pubblico variegato e di qualsiasi età. Danny Boyle riesce a toccare diversi generi, riuscendo quasi sempre a centrare l’obbiettivo. E questo “Yesterday”, certamente, si aggiunge ad una filmografia intensa e multiforme, arricchendola e fornendo allo spettatore un interessante spaccato sullo spietato e schizofrenico mondo dell’industria musicale.

RIVISTO

LOVE&MERCY, di Bill Pohlad (Stati Uniti 2014, 121 min.).

“God Only Knows” probabilmente è la canzone più bella che sia mai stata scritta. Oltre a Paul McCartney, sono in tanti a pensarla così. E questo film cerca di raccontare in maniera minuziosa e poetica tutto ciò che sta attorno a questa specie di poesia melodicamente perfetta e infinitamente grande. Nel film, infatti, si descrive la vicenda artistica e personale di Brian Wilson e dei suoi “Beach Boys”. Brian Wilson giovane, impersonato da un perfetto e profondo Paul Dano, già esprimeva la sua difficile relazione con il mondo e con la vita.

Dopo aver fondato, insieme ai fratelli, il gruppo musicale “The Beach Boys”, Wilson comincia a scrivere le più belle canzoni del gruppo. La prima fase è caratterizzata da una certa leggerezza e spensieratezza più vicine all’età giovanile. Ma ben presto Wilson avvertirà un certo malessere di vivere, che esprimerà nella sua produzione artistica. Ne nasceranno album più forti e significativi. “Pet Sounds”, certamente, rimane il più simbolico e riuscito album del gruppo californiano. Brian Wilson adulto, interpretato da un sorprendente John Cusack, dovrà fare i conti con un disturbo mentale peggiorato e con un medico che farà di tutto per allontanarlo dalle persone che lo hanno seguito per tanti anni, compresi i famigliari. Capiamo, quindi, quanto sia stato difficile e doloroso il cammino di Brian Wilson dopo il successo planetario dei Beach Boys.

Intenso e, a volte, struggente, il film ci racconta del dramma di un uomo e della sua possibile guarigione, con lo sfondo musicale e creativo di uno dei gruppi musicali più influenti e poetici della storia musicale. Da rivedere e da riascoltare.

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