VISTO&RIVISTO Una missione impossibile reinventare Mission: Impossibile

di Andrea Minchella

VISTO

MISSION: IMPOSSIBLE – Fallout, di Christopher McQuarrie (id, USA 2018, 147 min).

Nessuno inventa nulla. O quasi. Questo capitolo di Mission: Impossible è un bel collage di film già visti che fornisce allo spettatore una corposa ma piacevole dose di déjà vu. È facile riconoscere, infatti, rimandi a capisaldi dell’azione come Il Codice da Vinci, The Bourne Identity, Casino Royale e persino Ronin.

Anche se si sente la mancanza dietro la macchina da presa di personaggi come John Woo, J.J. Abrams o l’enorme Brian De Palma, McQuarrie riesce comunque quasi completamente nella vera missione impossibile di rendere ancora appetitosa una serie che negli anni sembra aver perso l’appeal dei primi capitoli.

Se è vero, poi, che anche gli Stati Uniti vogliono un loro James Bond, è altrettanto vero che la saga cinematografica incentrata sull’agente britannico cambia ogni quindici anni circa l’attore protagonista: in questo caso Tom Cruise, quasi sessantenne, sembra essere l’unico pretendente per il ruolo della spia Ethan Hunt, anche perché, essendo stato sin dall’inizio anche il produttore, la sua influenza sulle decisioni è molto ingombrante.

La storia si dipana tra Parigi, Londra e il lontano Kashmir. 3 testate nucleari rubate, poi, sono il leitmotiv delle due ore e più del racconto. Apprezzabile la sceneggiatura che asciuga quasi completamente i dialoghi dalle battute scontate e banali necessarie per catturare risatine durante la proiezione.

Tom Cruise, infine, seppur in perfetta forma fisica, risulta più affaticato e cupo del solito, come se nei suoi pensieri si annidasse finalmente l’idea di passare lo scettro ad un più fresco attore di Hollywood.

 

RIVISTO

MISSION: IMPOSSIBLE di Brian De Palma (id, USA 1996, 106 min).

Gli ingredienti di un capolavoro c’erano tutti: David Koepp tra gli sceneggiatori, Danny Elfman come musicista, George Lucas e la sua Industrial Light and Magic per gli effetti speciali, e il veterano Brian De Palma alla regia. Ed infatti l’uscita al cinema del primo capitolo della saga Mission: Impossible fece tremare i produttori della più famosa saga il cui protagonista era un certo James Bond, inglese e gentiluomo.

De Palma confeziona un perfetto film d’azione, equilibrato e innovativo per quegli anni. Cruise, decidendo e rischiando di produrlo, azzecca uno dei maggiori incassi personali.  Lo sbiadito James Bond, interpretato in quegli anni da un bravo ma non convincente Pierce Brosnan, rischia di andare definitivamente in pensione se paragonato al nuovo e moderno Ethan Hunt. Sarà, quindi, Daniel Craig dieci anni dopo a svecchiare e rendere nuovamente competitivo l’agente segreto britannico più famoso del mondo.

Missione impossibile minchella – MALPENSA24