Zone omogenee in provincia di Varese, Longhin: «È ora di pensare al territorio»

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VARESE – «Con la creazione delle Zone omogenee, una volta a regime, sarai tu, insieme agli altri amministratori, a decidere cosa fare e come farlo». Una lettera, uguale per tutti e rivolta ai sindaci dei 138 Comuni della provincia di Varese. Così Giuseppe Longhin, referente provinciale della Lega, torna con una mozione sul tema delle Zone omogenee, «l’unico concreto modo per reperire facilmente contributi e gestire meglio il territorio». Infatti, per Longhin, questa soluzione sarebbe «fondamentale per ottenere maggiore autonomia locale, grazie anche alla miglior gestione e alla possibilità di avere maggior introiti dai bandi regionali».

«È ora di pensare al territorio»

Nella mozione, l’ex consigliere provinciale cita alcune considerazioni di Eupolis e dell’Università di Pavia, chiamate in causa per uno studio voluto dal consiglio regionale della Lombardia. «Con riferimento alla dimensione economica, l’idea di fondo è che la Zona omogenea costituisca una forma organizzativa e un network (o rete) in grado di creare collaborazioni stabili nel tempo, fino a condensarsi e istituzionalizzarsi, ovvero creare condizioni di autonomia (non dipendere, quindi, da terze economie), durabilità ed economicità (creare valore per i cittadini)». E prova a convincere tutti i sindaci della provincia, uno per uno, con una lettera in cui sottolinea «le difficoltà nella gestione di un Comune. Sempre in attesa di risposte che non ti permettono di programmare al meglio la spesa e l’assegnazione di servizi ai tuoi cittadini. Sempre in lotta con nuove normative. Sempre in attesa del bando regionale giusto per te». Un modo per dire che «è giunto il momento di mettere da parte le divisioni partitiche, le prese di posizione in contradditorio e pensare al nostro territorio, comunale o provinciale che sia».

Cosa sono le Zone omogenee?

Una provincia può essere organizzata in Zone omogenee (previste dalla riforma Delrio), «aventi comuni caratteristiche orografiche, sociali ed economiche», si legge nel documento. E «possono costituire l’ambito territoriale entro cui gestire in forma unitaria funzioni e servizi». Ogni zona viene rappresentata da un sindaco eletto da tutti i primi cittadini che ne fanno parte. Inoltre, costituiscono l’ambito nel quale la provincia «svolge la propria programmazione e promuove la collaborazione con i Comuni e tra di essi, anche in forma associata per l’esercizio delle funzioni fondamentali». Non solo, «sviluppa sistemi coordinati di servizi pubblici e forme di coordinamento territoriale», oltre ad articolare «forme di assistenza tecnico-amministrativa necessarie per lo sviluppo e il rafforzamento delle gestioni associate delle funzioni comunali». Infine «sperimenta, promuove e sostiene forme coordinate di funzioni amministrative».
Secondo la definizione di Eupolis, le Zone omogenee «possono costituire il riferimento primo, organizzativo e non istituzionale, dove i comuni si aggregano per discutere e decidere sugli aspetti di rilevanza intercomunale, e per sviluppare economie di scala al fine di fornire servizi migliori a costi più contenuti».

Il sostegno di Canziani

La proposta di Longhin era stata sostenuta anche dal consigliere provinciale e capogruppo Lega in Provincia di Varese, Corrado Canziani. Che aveva specificato come questa soluzione possa creare «una rete di soggetti protagonisti delle politiche di sviluppo provinciale, con le quali saranno sviluppate – in una logica di partenariato – azioni per raggiungere benefici maggiori». E ancora: «E’ chiaro che le vocazioni per ciascuna Zona omogenea dovranno costituire una progettualità condivisa dal territorio, ma poiché la difficoltà di reperire risorse per i Comuni più piccoli è nota e spesso evidenziata, facendo forza su questo strumento di aggregazione di forze comunali, si potrebbe arrivare alla soluzione, promuovendo l’efficace coordinamento delle funzioni dei Comuni ai fini di un’ottimale organizzazione dei servizi sul territorio, favorendo le compartecipazione delle amministrazioni locali alle scelte di indirizzo Provinciali, promuovendo progetti sovracomunali e tra soggetti pubblici e privati per la realizzazione di iniziative finalizzate allo sviluppo e all’innovazione del territorio, stimolando il raccordo tra i servizi anche attraverso protocolli di intesa tra Zone omogenee attigue».

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