Varese, il 25 Aprile dei Do.Ra.: saluti romani “alle vittime per la patria”

VARESEI Do.Ra hanno tirato dritto come già dichiarato dal leader del gruppo nazifascista con sede ad Azzate Alessandro Limido e hanno omaggiato i “camerata uccisi dal nemico mentre combattevano per la patria – ha detto Limido – Questo sono i veri eroi”. Non è mancato nulla: dallo striscione inneggiante la patria al saluto romano.

Il giro dei cimiteri

Alle 9 i militanti della Comunità dei Dodici Raggi erano al cimitero di Ganna, quindi alle 10 i circa 30 partecipanti al 25 aprile fascista hanno raggiunto il cimitero di Sant’Ambrogio di Varese dove ad attenderli c’era Davide Dante Gervasini, nipote di due «camerata Franco Gervasini fucilato alle Bettole dai comunisti perché appartenente alla Brigata Nera, mio padre andò con mia nonna recuperarne il corpo e il capo dei partigiani aveva al polso l’orologio di mio zio. E poi c’è Dante, militare della Folgore, il suo corp arrivò a Varese grazie agli americani. In questo periodo mio padre Enrico va sempre via, lui visse i partigiani che sfondavano la porta di casa. Nel 1947 ci sequestrarono 12 milioni di lire perché fascisti. Mio zio fu ucciso senza un processo. La storia la scrivono i vincitori ma queste cose vanno dette».

A Belforte

Al cimitero di Belforte Limido ha ricordato «questi ragazzi che sono morti per noi, per i nostri valori. E sento la voce della mia bambina. Sento il peso della responsabilità: i nostri caduti sono gli eroi della patria. Per proteggerci hanno accettato il loro Olocausto». Il Comune di Varese aveva vietato manifestini nei cimiteri proprio per impedire ai Do.Ra quello che i nazifascisti hanno fatto comunque. « «Non è stata una manifestazione – dice Limido – Siamo andati a visitare i nostri morti. E questo non si può vietare».

25 aprile do.ra. – MALPENSA24