A Busto muro che cade, muro che resiste

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Ci eravamo ripromessi di non tornare più sulla censura che il sindaco di Busto Arsizio, Emanuele Antonelli, opera nei confronti di Malpensa24. E’ un argomento che finisce per essere stucchevole e, tutto sommato, le porte in faccia del primo cittadino bustocco (ha vietato all’ufficio stampa di Palazzo Gilardoni di inviarci i comunicati istituzionali e di invitarci alle conferenze stampa) sono risibili ai fini di una corretta e, per quanto possibile, esaustiva informazione, anche quella che lo riguarda e della quale, nel bene e nel male, veniamo quasi sempre a conoscenza. Per dirla in un altro modo, non ci parla? Il problema è suo.

Ma il siparietto di Antonelli che in occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino ne demolisce simbolicamente uno davanti al Tempio civico cittadino, non può lasciarci indifferenti. E’ la summa di un modo di essere di una certa politica e di certi politici, svelti nel propagandare i valori della libertà, abili nel vanificarne i presupposti. “Sogno un mondo senza muri” proclama il primo cittadino. Le chiacchiere però stanno a zero.

I muri sono di diversa natura, reali, come quello abbattuto nella notte berlinese di trent’anni fa, virtuali ma altrettanto efficaci come quelli costruiti dai censori. Da coloro i quali ritengono che la stampa debba essere compiacente e servile, prona davanti al potere, ripiegata ai voleri di chi comanda. In questo caso di un sindaco che, senza aver mai spiegato i motivi del suo comportamento di chiusura (eufemismo), ritiene sia lecito il muro del silenzio informativo e dell’incomunicabilità, barriera ancora più subdola di qualunque altra proprio perché non si vede, ma c’è. E funziona. O ci si illude che funzioni.

Non intendiamo dilungarci oltre. La questione riguarda noi di Malpensa24, un primo cittadino che non sente ragioni e le migliaia di lettori che ci seguono tutti i giorni. I quali, essendo anche e soprattutto di Busto Arsizio, ricevono indirettamente lo stesso trattamento dei giornalisti deputati a informarli. Infine riguarda una politica che si fa bella con gli anniversari, specialmente se hanno sullo sfondo una matrice ideologica, di destra o di sinistra che sia. Una politica che, in senso trasversale, fa la gnorri davanti al muro della censura municipale, guarda dall’altra parte per non assumersi la responsabilità di intervenire pubblicamente. Più facile celebrare, pontificare, commuoversi magari per finta, per poi lasciar correre e far trionfare l’ipocrisia.

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