A Gallarate la protesta della Lega contro i tagli di Roma ai Comuni

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GALLARATE – La Lega, tutta la Lega della provincia di Varese, si schiera contro i tagli del Governo giallorosso che per Gallarate cubano 200 mila euro in meno, per Saronno poco più di 100 mila euro e per tutti i Comuni del Varesotto a quasi 1 milione e mezzo di euro. E proprio nella sala capigruppo di Palazzo Borghi il gotha leghista non esita a lanciare il grido d’allarme e a definire le politiche governative «scellerate», poiché vanno a premiare le amministrazioni locali poco oculate a danni di quei Comuni che «con grandi sacrifici riescono a essere virtuosi».

Carroccio quasi al completo

Questa mattina, venerdì 17 gennaio, a fare gli onori di casa c’era il sindaco Andrea Cassani. Ma anche il segretario provinciale e deputato Matteo Bianchi, il deputato Leonardo Tarantino, il senatore Stefano Candiani, il responsabile degli enti locali leghista Emanuele Poretti. E una schiera di sindaci: Elena Catelli di Fagnano, Eleonora Paolelli di Bodio Lomnago, Raffaella Galli di Caronno Varesino, Enrico Puricelli di Samarate, Mirko Reto di Casciago. Oltre ad assessori e consiglieri.

Perché Gallarate

A spiegare il motivo per cui la Lega ha scelto il Comune di Gallarate per attaccare il governo centrale, denunciare i tagli ai Comuni e ribadire che l’unica via da percorrere resta quella dell’autonomia è stato il segretario provinciale Matteo Bianchi.

Roma si tiene 4 euro per ogni gallaratese

«Quella dei tagli non è una questione politica, bensì amministrativa – ha spiegato Andrea Cassani – Che tocca tutti i cittadini. I 200 mila euro in meno, che si traducono in circa 4 euro per ogni gallaratese, incidono sulla nostra capacità di spesa. Noi come amministrazione anche per quest’anno abbiamo confermato tutti gli incentivi, ma ci troveremo costretti a dover risparmiare su qualche manutenzione».

Alle lamentele di Cassani seguono quelle dei sindaci dei Comuni più piccoli, «dove – hanno spiegato Paolelli di Bodio e Reto di Casciago – le cifre in questione magari sono più basse rispetto a quelle delle grandi città, ma hanno un peso ancora più grande in quanto diventa ancor più complicato garantire servizi già attivi, senza poterne introdurre altri, senza mettere le mani nelle tasche ai cittadini. Cosa che non abbiamo intenzione di fare».

Mannaia su Varese: «Cosa pensa il sindaco Pd Galimberti?»

A porre la domanda a fronte di un taglio di oltre 500 mila euro è Cassani. Il sindaco di Gallarate stuzzica il collega piddino del capoluogo, Comune in vetta alla graduatoria provinciale dei tagli in questione con un meno 523 mila euro: «Sarebbe interessante sapere cosa pensa Davide Galimberti, alla luce dei dati, delle politiche che il governo porta avanti nei confronti degli enti locali».

La Lega ha fatto questo governo disfa

E se Emanuele Poretti sottolinea che «solo con l’autonomia sarà possibile tenere e gestire le risorse sul territorio»; Bianchi, Tarantino e Candiani quando parlano della politica finanziaria del governo ricordano un po’ la tela di Penelope. Con la Lega, dicono i leghisti, che ha messo in campo una serie di iniziative a sostegno delle amministrazioni locali e il governo giallorosso che in cinque mesi ha cancellato tutto con un colpo di spugna.

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«La politica dei tagli è tipica del centrosinistra», ha dichiarato Bianchi. Con Leonardo Tarantino che ha allungato la striscia dei mancati trasferimenti, ricordando che «quando noi siamo stati al governo abbiamo sbloccato gli avanzi di amministrazione e i mutui. Mentre ora registriamo un enorme passo indietro in termini di sostegno economico ai Comuni». Stefano Candiani ha invece ricordato che «i mancati trasferimenti agli enti locali incidono anche sull’economia del Paese» e ha messo sul tavolo anche un altro dato: «Si tenga conto che in Italia ci sono realtà comunali che incassano solo il 20% delle imposte locali. Peccato poi che i mancati introiti e i debiti vengono ripianati da tutti. Anche da chi ha ben amministrato». Infine Candiani ha concluso: «In 5 mesi di governo abbiamo sentito solo parole. E nessun provvedimento, anche perché a oggi non sono ancora state assegnate le deleghe ai sottosegretari. Il che, per tradurlo su scala locale, è come se un sindaco non delegasse i propri assessori. Cioè la paralisi».

La classifica dei tagli

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