A Pontida Salvini lancia la Lega europea. Senza Bossi e Maroni

lega salvini pontida

PONTIDA – Non c’è Umberto Bossi. E non c’è Roberto Maroni. Matteo Salvini li cita e li ringrazia dal palco di Pontida, ma la doppia assenza dei fondatori della Lega al tradizionale raduno sul “sacro suolo” genera mille supposizioni e segnala la metamorfosi del movimento, un cambiamento di indirizzi politici e di prospettive sociali che il Capitano Matteo sintetizza nel nuovo partito nazionale. Così, per la prima volta dopo 28 anni, l’adunata nella Bergamasca, nel paese dove i Comuni giurarono contro il Barbarossa, si svolge in scia alla linea sovranista che piace all’elettorato, pronto, secondo gli ultimi sondaggi, a premiare Salvini con un eclatante 30 per cento.

Attacco all’Europa

Le sue prime parole non offrono spazio ai fraintendimenti: “Le Europee dell’anno prossimo saranno un referendum tra l’Europa delle élite, delle banche, della finanza, dell’immigrazione e del precariato, e l’Europa dei popoli  e del lavoro. Il progetto consiste nel fare una alleanza internazionale dei populisti, che per me è un complimento. Penso che saremo maggioranza”. Per dirla in un altro modo, Salvini sembra voler lanciare la Lega europea. E per chi non avesse capito: “Per garantire lavoro ai vostri figli, sono pronto a ignorare uno zero virgola se serve, facciamo crollare il muro di Bruxelles”.

Governeremo per trent’annilega pontida salvini

Il pratone di Pontida trabocca di gente: cinquantamila persone, forse di più, molte arrivate dal Sud. E’l’happening della Lega di governo, che pare abbia archiviato quella bossiana di lotta. Caso mai, le lotte ora si fanno da dentro, nella stanza dei bottoni, appunto. E via per un’ora di discorso toccando i temi che gli sono cari. La battaglia contro la Fornero. La chiusura dei porti alle navi con i migranti e le posizioni di contrasto alle ong. La difesa dei confini. Da ministro dell’Interno, l’impegno a combattare la criminalità: “Dobbiamo liberare l’Italia da quella schifezza che si chiama mafia”.  Per rivendicare che “abbiamo fatto più noi in un mese che altri governi. E per questo governeremo per trent’anni”. E’, come al solito, un fiume in piena.

Il patto d’onore con il popolo leghista

Tocca le corde giuste, quelle più sensibili del suo popolo: “Stipulo un patto d’onore e d’amore con voi per i prossimi mesi”. Per quanto riguarda la giustizia ribadisce l’impegno a cancellare sconti di pena per assassini e stupratori. Sulla famiglia dice: “Non siamo qui per portare via diritti a nessuno. Ognuno a casa sua fa quello che vuole ma io difendo i bambini che hanno il diritto di avere una mamma e un papà e le donne che non sono uteri in affitto. Mi fa schifo il solo pensiero dell’utero in affitto”. Il tema dei migranti è inframmezzato nel suo intervento. E sono applausi. E osanna.

Decide il governo

A Roberto Fico, presidente della Camera,  e a Vincenzo Spadafora, sottosegretario alle Pari opportunità, che avevano eccepito sulle scelte di Palazzo Chigi su profughi e diritti dei gay, Salvini risponde con un secco: “Le loro sono posizioni personali, le decisioni le prende il governo”.
Sulla sfondo della collina di Pontida appare all’improvviso uno striscione che rivendica la secessione. Vecchio obiettivo del Bossi-pensiero e della Lega della origini. Ma oggi la Lega ha cancellato il Nord dal logo, sceglie il blu al posto del verde e guarda oltre. Anzi, è già oltre.

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