Accam slitta l’approvazione del bilancio. I soci “congelano” il dialogo con A2A

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BUSTO ARSIZIO – Slitta il bilancio, i soci danno mandato al presidente del cda Angelo Bellora di proseguire le interlocuzione con le società pubbliche partecipate del territorio e stoppano (per il momento) le interlocuzioni aperte dal sindaco di Busto Arsizio con A2A.

In apparenza l’assemblea dei soci Accam, che si è tenuta ieri giovedì 30 luglio, ha segnato un altro, l’ennesimo, giro a vuoto. In realtà è emersa in maniera netta la volontà degli amministratori di insistere sulla strada che porta a mantenere pubblica la gestione dell’inceneritore di Borsano. Un percorso tutto in salita, pieno di curve a gomito e assai scomodo da percorrere.

Ma andiamo con ordine nel raccontare quanto successo nella lunga riunione, iniziata nel cuore di un pomeriggio torrido e finita quattro ore più tardi quasi all’ora di cena.

Una delibera e 5 punti

Il nodo del bilancio 2019 resta tutt’ora da sciogliere. Troppo incerto il quadro economico di una società sull’orlo del fallimento o della liquidazione, reso ancor più complesso dalle perdite economiche imputabili al lockdown, da quelle causate dal rogo che ha provocato pesanti danni e una serie di costi imprevisti e dalle situazioni pendenti, ovvero le cause aperte.

Elementi che hanno reso impossibile la chiusura del cerchio. Tanto che l’approvazione del documento dell’esercizio finanziario dell’anno 2019 è stata rinviata a settembre. Ora cosa cambierà e permetterà da qui a un mese e mezzo di avere un bilancio votabile non è dato saperlo.

Nel frattempo, e siamo al secondo punto della delibera votata, i soci hanno dato mandato di proseguire le interlocuzioni con le società pubbliche del territorio interessate a partecipare al progetto delineato dal presidente Bellora e dal cda, per valutare se ci sono le condizioni per procedere con la relazione del bilancio in continuità o del relativo piano di risanamento.

In altre parole si cercherà di stringere i discorsi con Amga, ma anche con Sieco e con Agesp con l’obiettivo di mettere in piedi una sorta di multi utility in grado di gestire l’intero ciclo integrato dei rifiuti, puntando sull’impianto di Accam per lo smaltimento, su quello Forsu di Amga, ma anche sulla raccolta. Al pari del ritorno in house dell’intera gestione societaria.

Stop ai privati

Passaggio questo che, per il momento, chiude le porte, o meglio mette in “sala d’attesa” l’ipotesi A2A, portata avanti, senza un mandato preciso, ma per sondare terreno e possibili sviluppi dal Comune di Busto. Tanto che nelle scorse settimane, racconta qualche socio, proprio il sindaco Antonelli ha avuto almeno un incontro con i vertici della società multi utility. E quanto accaduto in assemblea, in soldoni, significa: che Busto dopo aver annunciato di voler pesare e condurre le danze è stata di fatto messa nella posizione di accodarsi alla volontà dei soci.

E la conferma che la strada che conduce alla società quotata in borsa sia al momento “non percorribile” arriva dal fatto che dalla bozza di delibera i soci hanno fatto stralciare proprio il passaggio che lasciava aperta una porta ad A2A e in cui si diceva (in sintesi), che qualora non si fosse riusciti ad avere un’interlocuzione con le realtà del territorio si sarebbe dovuto aprire il dialogo con altri soggetti.

Gli altri nodi

Della cessione (e acquisizione) del terreno di proprietà del Comune di Busto non si è parlato. Si è invece discusso del fatto che occorre lavorare per allineare la scadenza della data di affitto (2025) con quella dello stop dell’attività dell’inceneritore (2027). Uno scostamento di due anni che rende ancor più complessa la situazione.

Al momento, come per tutto per il periodo del Covid, l’ancora di salvezza resta la qualifica R1 dell’impianto. Ovvero ciò che consente ad Accam di smaltire i rifiuti speciali, in questo caso gli ospedalieri. Qualifica che ha dato ossigeno alla società, tanto che l’impianto di Borsano è risultato, sotto questo punto di vista, strategico per il territorio, ma anche per la Lombardia. Ora Bellora ha il mandato per chiedere a Regione di continuare a concedere questa qualifica.

Sul filo del rasoio

E’ chiaro che vista la situazione, ogni rinvio assomiglia alla terra che smotta e che manca sotto i piedi di un gigante in bilico sul baratro. Accam da ieri sera barcolla più di prima, ma non molla. E questo perché decidere quale strada percorrere non sarà sufficiente. Una volta imboccata la direzione, infatti, il percorso andrà verificato passo dopo passo e non è detto che porti in zone di maggior confort rispetto a ora.

Si aggiunga poi il fatto, altra questione che ieri non è stata apertamente trattata, che si avvicina la scadenza del contratto con Europower. Fine che da un lato comporterà (sulla carta) il risparmio di qualche milione di euro, ma che dall’altro apre un altro grande tema: quello della gestione della manutenzione dell’impianto.

Tanto che, in questo ginepraio, non sono pochi coloro che tra l’opzione pubblica con le società partecipate del territorio e la soluzione A2A o del privato vedono sempre più incombere lo spettro della liquidazione. O, per dirla in maniera più cruda, ma realistica, del fallimento.

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