Bando per il campo del Busto81: per le Pink Stripes è un gioco da ragazze

BUSTO ARSIZIO – In queste ultime due settimane la società calcistica femminile Pink Stripes Busto Arsizio – fondata il 12 giugno del 2019 – è finita alla ribalta della scena sportiva bustocca, assurgendo addirittura al ruolo di possibile outsider per il bando d’assegnazione del  “Carletto Reguzzoni”di via Valle Olona, al centro di un autentico intrigo mediatico e politico.
Era stato il vice presidente Giovanni Battista Gobbi – dottore in filosofia molto noto nell’ambito del sociale, ex arbitro di calcio, già dirigente della School of Sport di Busto e oggi team manager e segretario delle pink – a rispondere a un nostro articolo per chiarire la posizione di Pink Stripes rispetto al campo di via Valle Olona (il cui subaffitto, per dovere di cronaca, resta e rimane vietato dalla convenzione). Ed è proprio con lo stesso dirigente che proviamo a toglierci qualche altra curiosità.

Come è nata l’idea di fondare una squadra di calcio femminile in quel di Busto?
«
Elena (la presidentessa delle Pink Elena Zanetti, pedagogista di Gessate, ex dirigente dell’Atletico Bussero – ndr) e io ci siamo conosciuti al CAV della clinica Mangiagalli e, avendo entrambi una forte passione per lo sport, abbiamo iniziato a mettere le nostre competenze al servizio di società interessate ad approfondire i valori pedagogici delle varie discipline, rivolgendo i nostri interventi ai giovani atleti, ma anche e soprattutto alle loro famiglie e ai dirigenti. Poi, abbiamo pensato di passare dalla teoria alla pratica: Busto era la mia città e la piazza giusta per un progetto ambizioso; il calcio femminile un ambito in forte crescita e un’occasione per non finire subito nella rete di gelosie e rivalità già esistenti. Così, siamo partiti! Al di là di scalfire qualche pregiudizio e di convincere qualche genitore, lo scoglio più problematico è stato quello del campo, finché il Busto 81 non ci ha proposto di approdare in via Valle Olona contribuendo alle spese di gestione. E ci siamo trovati benissimo, così come abbiamo apprezzato l’immediata disponibilità della signora Patrizia Testa a incontrarci per ipotizzare future collaborazioni tra noi e la sua Pro Patria, ovviamente interessata allo sviluppo del settore femminile».

Busto 81 e Pro Patria, appunto: le due società che si stanno contendendo a furor di popolo “Carletto Reguzzoni”, sul cui terreno –  durante questo luglio così particolare per quel campo – le pink hanno continuato a giocare. Non le sembra che qualcosa non torni?
«
No, davvero, è tutto di una semplicità imbarazzante, forse solo una questione di karma. Noi ci siamo sempre mossi in punta di piedi e con il massimo del rispetto verso chiunque, e sono convinto che questo conti ancora, anche nel terzo millennio e anche nel mondo del calcio. Vale per la prima squadra di Busto e per una società che si apprestava a conquistare la Serie D: che minaccia potevamo essere per loro? Quella che in realtà siamo stati, nessuna. Quanto alle settimane appena trascorse, lo ribadisco: il nostro passato professionale nell’ambito del sociale e dell’educazione, nonché l’aver avanzato una proposta semplice e concreta a sostegno delle attività estive dell’Oratorio San Luigi, ha evidentemente convinto l’Amministrazione Comunale e l’Assessore Laura Rogora a concederci le otto giornate che avevamo chiesto, senza temere che dietro si celasse chissà quale piano. E lo svolgimento dei nostri laboratori lo testimonia. Dello stesso tenore è stata la chiusura di queste giornate: non un vero open day, ma un momento per incontrare ancora un po’ delle bambine viste durante questo mese e , magari, presentare ai loro genitori l’aspetto educativo del nostro progetto, basato anche su due convenzioni in fieri con il Liceo Pantani e con l’Università Cattolica».

Sta cercando di dirci che avete tutte le carte in regola per accaparrarvi a buon diritto il “Carletto Reguzzoni”?
«No, sto cercano di chiarire che siamo consci di essere una realtà pulita e con un progetto piccolo, ma concreto. E che l’idea di essere stati presi in considerazione per cotanto stadio ci lusinga, ma ci tenta – come ho già detto e ridetto – solo nella misura in cui potremo condividerlo con altre società. Se il bando lo renderà possibile, cercheremo di giocare e allenarci ancora lì, ospitando altre società o facendoci ospitare da chi se lo aggiudicherà. E ci faremo avanti solo se capiremo che la nostra “unicità” potrebbe diventare l’occasione per superare l’impasse di cui tutti parlano, favorendo la coabitazione tra più realtà diverse, magari anche chi ha già qualche esperienza in ambito femminile, come il Beata Giuliana. Se dovremo lasciare via Valle Olona, invece, sono sicuro che troveremo un’altra soluzione, magari insieme a una delle società che ho già citato o approfondendo i contatti che abbiamo avuto con Olona e San Marco. Entrambe mi sono sembrate sinceramente interessate a una possibile collaborazione, e confido che ancora una volta il nostro essere “pink” al 100% ci darà una mano. Magari anche nel trovare qualche sponsor che affianchi Medical Service, il centro di medicina sportiva di Inzago che lo scorso anno ci ha permesso di partire con la giusta serenità».

Un’ultima battuta: immagino che le vostre saranno delle vacanze con la radiolina accesa, sintonizzata sui tavoli della politica bustocca. Non teme che la stessa sarà distratta da altre emergenze?
«
Saranno vacanze serenissime, perché aver visto la quasi totalità delle nostre bambine passare a trovarci in questi pomeriggi, per riprendere confidenza con il campo durante i laboratori di cui sopra, è stata la conferma del fatto che abbiamo lavorato bene e creato un gruppo pronto ad accogliere nuove atlete e nuove amiche. Quanto alla politica, chi opera nel sociale è abituato a confidare nel buon senso degli amministratori, ma anche a fare da sé, perché i tempi e le logiche della cosa pubblica spesso non coincidono con le esigenze della società civile, specie dei più deboli. Noi il nostro messaggio l’abbiamo lanciato: date il campo a chi volete, ma concedetegli di fare rete. Perché è solo facendo squadra che si vince davvero. A calcio come nella vita».

Pink Stripes Busto campo- MALPENSA 24