Busto 81-Città di Varese: firmata la cessione del titolo. Ora il bando

BUSTO ARSIZIO – La speranza – si dice – è l’ultima a morire, ma stavolta le trattative (e le pressioni politiche) erano troppo avanzate per far saltare l’operazione. Il Busto 81, promosso in serie D in virtù del primo posto al momento dell’interruzione del campionato d’Eccellenza, stamattina, giovedì 16, ha ratificato la cessione del titolo di serie D (tecnicamente fusione per incorporazione) al Città di Varese che riemerge così dalle ceneri e si riaffaccia al calcio che conta. Ora manca solo l’ok formale (il 20 luglio) della FIGC e della LND, ma la partita è di fatto già chiusa: la tifoseria e la politica di Varese esultano, mentre a Busto – dove la Giunta Antonelli accusa un durissimo colpo per aver mal gestito e forse sottovalutato la situazione (possibile che l’Assessore allo Sport non sapesse nulla delle intenzioni di patron Galli, peraltro con due altre carte in mano: Sportland ed Accademia Pavese) – ci si prepara ad un’altra partita.

Palla al centro: il bando

La partita su cui la politica bustocca si giocherà la faccia – e la popolarità – è legata al bando per l’assegnazione del campo di via Valle Olona. La tifoseria della Pro Patria, di fronte ad un simile affronto sportivo (Busto che cede il titolo ai “rivali” di Varese) – chiede a gran voce come “risarcimento morale” l’affidamento diretto del “Carletto Reguzzoni” alle giovanili tigrotte (da sempre costrette a girovagare in cerca di campi da gioco), rivendicando l’origine dello stadio. L’Accademia Busto 81, forte di alcuni paletti esistenti in un bando a suo tempo mal digerito da Gigi Farioli, dopo un periodo di letargo (come matricola), torna in gioco e in campo. Accademia che già dai tempi di Gorrasi aveva e avrà alla presidenza l’avvocato (e socio) Fabio Monza: “Torniamo a fare calcio a livello giovanile e mettendoci a disposizione delle società bustocche. Tra queste c’è anche la Pro Patria con la quale avremo, com’è giusto che sia, un dialogo preferenziale aperto”.

Insomma, Monza presidente non fa tornare i conti di chi aveva già apparecchiato il posto da numero uno per l’attuale presidente dell’ASSB Massimo Tosi (dimessosi dalla San Marco).

Terzi incomodi

In questa assurda guerra fredda a distanza fra l’ormai ex Busto 81 e la Pro Patria – in cui la politica bustocca non è esente da responsabilità – potrebbe inserirsi un terzo incomodo: per la serie fra i due litiganti il terzo gode, al bando potrebbero partecipare anche quelle società sportive con sede a Busto che non hanno in gestione un campo. Un nome su tutti: i Blue Storms, la società bustocca di football Americano che tornerebbe volentieri a Busto, dopo aver girovagato fra Bienate (dove si disputano le gare di campionato) e Marnate.

E la Testa?

In tutta questa situazione non c’è da sottovalutare nemmeno la possibile reazione della Pro Patria, la centenaria squadra simbolo della Città di Busto Arsizio, forte di una tifoseria rumorosa ancorché numerosa. Dopo il danno sportiva (Busto che supporta la rinascita del Varese) e la possibile beffa (l’Accademia Busto 81 che si aggiudica il “Carletto Reguzzoni” per disputare il campionato di terza categoria e magari fungere da avamposto varesino o solbiatese in città), la presidentessa tigrotta Patrizia Testa – che di “pazzie” per tenere in vita la gloriosa squadra di Busto ne ha già fatte parecchie – potrebbe davvero dire basta e lasciare la squadra nelle mani del Sindaco. E allora sì che il disastro sarebbe completo.

Busto 81 Città di Varese – MALPENSA 24