Addio a Giuseppina Marcora, ex staffetta partigiana protagonista della Resistenza

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LEGNANO – Se n’è andata a pochi giorni dal 25 Aprile, a cent’anni e dopo aver ricevuto, lo scorso novembre, la benemerenza civica di Legnano. L’ex staffetta partigiana Giuseppina Marcora è morta nella notte tra ieri e oggi, martedì 14 aprile (non a causa del coronavirus). «Protagonista della Resistenza e portatrice di valori propri della nostra Costituzione repubblicana»: così la ricorda la sezione cittadina dell’ANPI. «Sorella del partigiano e ministro Marcora – sottolineano il presidente di ANPI Legnano, Primo Minelli, e il presidente onorario, Luigi Botta – ha incarnato la storia migliore dell’Italia democratica e antifascista. Con coraggio, rischiando più volte la vita, ha contribuito, portando armi e massaggi, alla Resistenza per tutto il periodo della lotta di Liberazione. L’ANPI di Legnano, a cui Giuseppina era iscritta, formula le più sentite condoglianze alla famiglia e alla sua città, che l’ha insignita della cittadinanza onoraria per i meriti legati alla lotta di Liberazione. Se ne va un altro pezzo di storia della nostra Italia migliore, lasciandoci il compito, che noi onoreremo, di trasmettere quella gloriosa storia alle future generazioni».

Giovanissima, seguì le orme del fratello Giovanni

Lo scorso 23 febbraio, Giuseppina Marcora aveva tagliato il traguardo del secolo di vita. Entrata giovanissima nella Resistenza con il fratello Giovanni (nome di battaglia Albertino), Giuseppina si distinse nel ruolo di staffetta nei collegamenti con le formazioni combattenti, sia per lo scambio di messaggi sia per il trasporto di armi tascabili. Un compito molto importante e altrettanto rischioso, che la portò più volte a rischiare l’arresto e la vita. Nata a Inveruno nel 1920, come molti ragazzi della sua generazione cominciò a lavorare giovanissima, in un’azienda di Milano. Con l’ascesa del regime fascista sentì il dovere e la necessità di reagire attivamente, sulla scorta dei valori di libertà e democrazia che la sua famiglia le aveva trasmesso. Suo fratello Giovanni, che fu per lei esempio e punto di riferimento, aderì subito alla Resistenza. Attraverso di lui, Giuseppina entrò in contatto diretto con molti partigiani, per i quali divenne un sostegno importante, svolgendo l’indispensabile ruolo di collegamento con quanti avevano optato per la “via dei monti”, in stretto contatto soprattutto con il Raggruppamento Alfredo Di Dio. Non esitò, nonostante la giovane età, a mettere più volte in pericolo la sua vita per portare informazioni, giornali, dispacci, armi e viveri.

Tanti i riconoscimenti ricevuti in vita

Ricevette la qualifica di “partigiano combattente” dall’Esercito Italiano, la medaglia d’argento della Federazione Italiana Volontari della Libertà, il certificato di patriota del Comando Supremo Alleato, il riconoscimento del SIMNI-Servizio informazioni militari Nord Italia, il certificato di apprezzamento per il suo contributo alla lotta per la Liberazione d’Italia da parte dell’Esercito americano.

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