
BUSTO ARSIZIO – La vendita del 70% di Agesp Energia ad Acinque genererà un “tesoretto” da 31,4 milioni di euro per Agesp Spa – e di conseguenza per il comune di Busto Arsizio che la controlla al 99,9% – mentre gli attuali dipendenti di Agesp Energia dovranno essere mantenuti al loro posto per sei anni anche con il nuovo “padrone del vapore”. «Agesp è stata molto brava nelle trattative» afferma il sindaco Emanuele Antonelli nel corso della seduta della commissione bilancio affari generali di oggi, 25 settembre, dedicata proprio alla delibera che, nel consiglio comunale di giovedì 28 settembre, dovrà autorizzare Agesp Spa a portare a termine la vendita delle quote della società energetica.
Il prezzo è giusto
«Non capisco come si possa votare contro – sintetizza dai banchi della maggioranza di centrodestra il consigliere delegato alle partecipate Roberto Ghidotti – rispetto alla prima valutazione da noi proposta, l’offerta di Acinque differisce di un milione di euro malcontati e la “second opinion”, ancora più prudenziale, ha prodotto una valutazione ancora inferiore». Insomma, un affare per Busto Arsizio. La trattativa negoziata con Acinque – società selezionata dall’apposita commissione tra le tre offerte pervenute per la procedura di vendita (le altre erano state avanzate dalla multinazionale Engie e dalla bresciana Vivigas) – prevede un’offerta economica di 30,1 milioni, integrata con 950mila euro come indennizzo per il mancato mantenimento del service da parte di Agesp Spa e con 350mila euro per mantenere il direttore generale Gianfranco Carraro nell’organico della capogruppo Agesp Spa invece che in quello di Agesp Energia. In tutto 31,4 milioni di euro per il 70% della società, che la perizia di un anno fa del professor Angelo Miglietta aveva valutato 32,5 milioni, mentre la “second opinion” chiesta recentemente al professor Pozzoli aveva stimato in 28,9 milioni il valore delle quote da cedere.
I dipendenti tutelati
Al di là dell’aspetto economico, Agesp Spa ha “strappato” una «salvaguardia occupazionale» “extra” per il personale di Agesp Energia: l’accordo di vendita prevede infatti che gli attuali dipendenti non possano essere licenziati né ricollocati per un periodo di sei anni, contro i tre anni che erano stati ipotizzati nel bando di alienazione. «Agesp è stata molto brava nelle trattative – ammette il sindaco Antonelli – per i dipendenti c’è una conferma sicura per sei anni, e non più solo tre, ed è esclusa anche la possibilità di ricollocazione in altre sedi della società. Ma sicuramente con il piano di sviluppo che ha in mente Acinque ci sarà un incremento occupazionale». Per quel che riguarda il ridimensionamento del service (ma una piccola parte verrà ancora fatta» garantisce il DG Carraro) il primo cittadino auspica che si possano recuperare i mancati introiti con Neutalia e il forno crematorio». Inoltre, aggiunge il sindaco Antonelli, entro tre anni c’è un diritto di opzione di vendita dell’ulteriore 30% ad Acinque al prezzo di mercato ma in ogni caso non inferiore all’attuale».
I dubbi dell’opposizione
Sulla vicenda l’opposizione ancora una volta si divide, con Gigi Farioli (PRL) che elogia l’operazione e vota a favore insieme ai gruppi di maggioranza compatti. Perplessità da Emanuele Fiore (gruppo misto), che non partecipa al voto e chiede «chiarimenti sul mancato mantenimento del service Agesp Spa, che non ottempera il mandato di novembre 2022, e sul fatto che Acinque è sotto indagine dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per le tariffe del teleriscaldamento». Indagine (non penale) che però, ribatte uno degli avvocati di Agesp, «è stata appena avviata ed è estesa alla più parte degli operatori del teleriscaldamento». Il centrosinistra invece è contrario, con il capogruppo del PD Maurizio Maggioni che vuole sapere «quali valutazioni ha fatto Agesp Spa sul piano di sviluppo di Acinque» e che esprime preoccupazioni: «Oggi Agesp Energia è una società “controllabile”, ma quando diventa più grande c’è bisogno di garanzie forti. Rimane la speranza di risposte legislative a favore degli utenti in seguito all’indagine dell’Antitrust».