La giunta motosega di Busto taglia anche la trasparenza

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Siamo tra coloro che considerano un problema il cosiddetto partito del no, sempre schierato contro, critico verso qualunque iniziativa che comporti l’apertura di un cantiere e la realizzazione di un’opera pubblica in generale considerata utile. I “no” frutto di un pregiudizio o di una appartenenza sono inaccettabili e deleteri. Punto. Allo stesso modo infastidisce che una pubblica amministrazione lavori per mettere i suoi cittadini davanti al “fatto compiuto”. Come nel caso dell’abbattimento di alcuni alberi, patrimonio verde della città, in largo Giardino a Busto Arsizio.

Tagli indifferibili a fronte del progetto di una nuova rotatoria che migliorerà la viabilità in quella congestionata zona. Tagli prevedibili per le stesse esigenze progettuali, ma da dichiarare in anticipo. Il blitz alla Navy Seals degli operai armati di motoseghe, nelle ore serali di venerdì 19, nel momento in cui la città era a cena, lascia presupporre che l’azione sia stata studiata nei dettagli, sia per limitare i disagi alla viabilità, sia per evitare la presenza di contestatori e, peggio, di scocciatori. Un paio d’ore, nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stava succedendo, e il disboscamento era terminato.

Indispensabile agire così? Per la giunta di Palazzo Gilardoni, probabilmente sì. Per chi pensa che anche le decisioni pubbliche più scomode vadano condivise, probabilmente no. Un comportamento corretto avrebbe richiesto un minimo di informazione preventiva, fonte pure di contestazioni, peraltro gestibili e di sicuro circoscritte, ma assolutamente ineludibile sul versante della trasparenza. E della programmazione degli interventi. Giù tigli e aceri in quel punto, pronta la ripiantumazione di altre essenze in quella stessa zona o in altre della città. Naturalmente con la spiegazione del perché si sono resi necessari gli abbattimenti.

Figurarsi. Nell’esecutivo di Palazzo Gilardoni c’è chi considera l’amministrazione della cosa pubblica alla stregua di una proprietà privata: ci hanno eletti, accettino senza fiatare scelte e comportamenti. Per il decisionismo fa il tifo un’ampia parte dell’elettorato; ma a volte l’eccessiva risolutezza nasconde cifre poco democratiche, un viziato rapporto con la collettività e uno scarso senso delle istituzioni. Così, il blitz serotino con le motoseghe va in scia a un atteggiamento consolidato in Comune a Busto Arsizio, spesso chiuso a doppia mandata ai cittadini e, manco a dirlo, a quei rompiballe dei giornalisti. Una situazione purtroppo nota e perpetuata nel tempo, incontrastata e favorita dal silenzio opportunistico della politica. In modo che anche questa volta, assieme agli alberi, sia venuta giù la trasparenza.

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