Alitalia e Ryanair, ali pesanti nei cieli

VIAGGIO NELLE IMPRESE IN TEMPI DI CRISI. NEI CIELI VENTI DI GUERRA PER AIUTI DI STATO E VIOLAZIONE DELLA CONCORRENZA

E’ una vecchia storia quella degli aiuti di Stato. Al centro c’è sempre Alitalia, che da decenni ha ali troppo pesanti per volare. Attorno ci sono i falchi a basso costo, le low cost che – impugnando la normativa europea – sono pronti a fiondarsi in picchiata contro qualsiasi forma di sostegno economico alla compagnia di bandiera, configurabile come aiuto di Stato e come tale proibito dalle normative europee, in quanto violazione della libera e corretta concorrenza.

All’indomani dell’epidemia e con il trasporto aereo mondiale in crisi, ecco che si apre un nuovo capitolo della saga. Alitalia che già prima del covid-19 era in profondo rosso, ha assolutamente bisogno dell’ennesimo sostegno per tirare avanti. Non solo lei, ovviamente, perché sono diverse le compagnie dell’Unione europea che necessitano di aiuti economici, fra cui Lufthansa, Air France, Sas, Norvegian, insomma mezza Europa. Ma allora che ci siano aiuti per tutti, dicono le compagnie low cost. Oppure per nessuno.

La patata bollente – possiamo starne certi – finirà sul tavolo dell’Unione europea e scotterà parecchie dita. La violazione della concorrenza è un fatto grave in tempi di globalizzazione. Ma nel frattempo la diplomazia si è tolta i guantoni e ha cominciato a tirare nespole.

Sul ring è salito subito un fuoriclasse: Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair. Il quale ha denunciato “aiuti di Stato per 30 miliardi di euro complessivi a favore di Alitalia, Lufthansa, Air France-Klm, Sas, Norwegian in violazione delle regole europee”. Secondo Ryanair questa montagna di quattrini causerà distorsioni alla concorrenza. “Alla ripresa dei voli  – sostiene la compagnia low cost -, a luglio, ci attendiamo che queste compagnie di bandiera con ampi bottini di aiuti di Stato offrano biglietti sottocosto”. L’anno che si è aperto “sarà difficile per il gruppo Ryanair che lavora duramente per tornare a volare dopo la crisi da Covid-19. A differenza di molte compagnie di bandiera che gli fanno concorrenza, Ryanair non chiederà né riceverà aiuti di Stato”. L’anno fiscale 2019-2020 si è chiuso con un più 10% di fatturato, a 8,49 miliardi di euro e più 4% sul numero di passeggeri a 148,6 milioni. Ma dopo la frenata di gennaio-marzo la società si attende una perdita da record, 200 milioni di euro nel primo trimestre fiscale (aprile-giugno). E quindi si profilano tagli di personale.