14 arrestati tra Varese e Como per reati contro la pubblica amministrazione

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VARESE – Sono 14 le persone arrestate questa mattina, martedì 19 maggio, per reati contro la pubblica amministrazione, nel corso di una vasta operazione della guardia di finanza, coordinata dalla procura di Como.

“Orazio”, questo il nome dell’operazione delle fiamme gialle che questa mattina ha coinvolto 25 persone, residenti in comuni della province di Como e Varese, per reati contro la pubblica amministrazione. L’operazione, coordinata e diretta dalla procura della Repubblica di Como, vede impegnati numerosi finanzieri, per l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Como nei confronti di 14 persone di cui 2 in carcere e 12 ai domiciliari.

L’operazione

Il Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Como oggi ha eseguito un’ordinanza per l’applicazione di misure coercitive emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Como nei confronti di 14 indagati (due destinatari della misura cautelare in carcere: una professionista dello studio commercialistico Pennestrì ed un funzionario della Agenzia delle Entrate di Como e 12 destinatari dell misura degli arresti domiciliari, tra cui un ex dirigente della Agenzia delle Entrate di Como, un ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Milano, 9 professionisti e un imprenditore).

I reati contestati sono corruzione (a carico di 13 degli indagati), emissione ed utilizzo di fatture a fronte di operazioni inesistenti per oltre 280.000 euro (a carico di una indagata), abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio, nonché favoreggiamento (nei confronti di uno degli accusati).

I destinatari delle misure cautelari sono accusati di 16 episodi di corruzione (uno riguardante l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate di Como, Roberto Leoni, due riguardanti Leoni e l’ex capo dell’ufficio legale dello stesso ufficio comasco del fisco, Stefano La Verde, 13 per il solo La Verde).

La Procura della Repubblica ha contestato inoltre altri 6 episodi di corruzione. Per questi episodi, il Giudice per le indagini preliminari non ha ravvisato la sussistenza di esigenze cautelari.

I contribuenti (persone fisiche e giuridiche) che hanno beneficiato degli accordi corruttivi contestati da questo Ufficio sono 37.

Gli episodi di corruzione riguardanti l’ex direttore Leoni e La Verde sono stati caratterizzati dal versamento di somme in favore dei due pubblici ufficiali (in cinque dei reati contestati da questo Ufficio attraverso l’intermediazione di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Como in servizio nonché di un ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Como) da parte dei professionisti indagati in cambio di provvedimenti favorevoli per i clienti di questi ultimi, quali:

  1. la cessazione della verifica fiscale in corso,
  2. la mancata estensione della verifica tributaria ad altre annualità,
  3. la rideterminazione di rilievi e sanzioni con conseguente indebita riduzione del debito erariale,
  4. l’annullamento in autotutela di avvisi di rettifica e liquidazione,
  5. la predisposizione da parte del La Verde di numerosi atti: mediazione e conciliazione con i contribuenti con i quali le contestazioni tributarie e conseguenti pretese di pagamento dell’Agenzia venivano indebitamente ridotte; atti di annullamento in autotutela dei provvedimenti della Agenzia delle Entrate; ricorsi ed atti di impugnazione dinanzi alle Commissioni Tributarie (per conto dei professionisti corruttori e da questi formalmente firmati e presentati) avverso provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate quali avvisi di accertamento, rettifica e liquidazione finalizzati ad ottenerne l’annullamento e conseguenti, atti di conciliazione stragiudiziale che consentivano indebiti risparmi per i contribuenti;
  6. la partecipazione da parte del La Verde alle udienze quale funzionario delegato a rappresentare l’Agenzia delle Entrate di Como, nel corso delle quali gli interessi dell’Erario non venivano adeguatamente tutelati,
  7. la mancata impugnazione avverso le decisioni della Commissione Tributaria che aveva accolto i ricorsi dei contribuenti predisposti dallo stesso La Verde,
  8. la sollecitazione nei confronti di altri Funzionari della Agenzia delle Entrate perché concludessero atti di mediazione con i contribuenti che prevedessero significative ed indebite riduzioni della pretesa erariale.

Le tangenti sono state, in alcuni episodi corruttivi, occultate tramite operazioni fraudolente di registrazione di emissione ed utilizzo di fatture a fronte di operazioni inesistenti rese possibili dalla disponibilità dei legali rappresentanti di associazioni sportive emittenti le fatture ad effettuare le retrocessioni di denaro in contante su richiesta dei professionisti dello studio Pennestrì.

I reati contestati coprono un arco temporale dal 2012 al 2019. L’ammontare selle somme erogate per corrompere i pubblici ufficiali e remunerare gli intermediari è pari a circa 280.000 euro. Il risparmio erariale ottenuto dai contribuenti grazie agli atti corruttivi dei professionisti indagati è stato di circa 2.160.000 euro.

La misura cautelare degli arresti domiciliari ha raggiunto anche l’ex capo settore gestione delle risorse, amministrazione del personale, contenzioso e disciplina dell’Agenzia delle Entrate di Milano per indebita rilevazione di segreti di ufficio e favoreggiamento.

Questi è accusato di aver rivelato a Roberto Leoni l’esistenza di un procedimento penale a suo carico pendente presso la Procura della Repubblica di Como iscritto a seguito delle dichiarazioni rese al P.M. da un Funzionario della Agenzia delle Entrate di Como.

Si procede nei confronti dell’ex Dirigente in questione anche per abuso in atti del proprio ufficio per avere istigato Leoni e La Verde a concludere una mediazione con la quale l’originaria pretesa erariale indicata negli accertamenti per complessivi euro 227.148,85 è stata indebitamente ridotta in assenza dei presupposti di fatto e di diritto in favore di contribuenti patrocinati da un parente dell’ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Milano.

L’indagine costituisce la prosecuzione della precedente culminata negli arresti a giugno 2019
– di Leoni, ex direttore Provinciale della Agenzia delle Entrate di Como,
– di La Verde, già capo team dell’Ufficio legale,
– del titolare del 33,33% del capitale sociale di Tintoria Butti Srl (quale corruttore destinatario della misura cautelare della custodia agli arresti domiciliari),
– dei due titolari (padre e figlio) dello studio commercialista Pennestrì di Como (quali mediatori della corruzione destinatari della misura della custodia cautelare in carcere).

L’ulteriore sviluppo delle indagini è scaturito dalle dichiarazioni rese da Leoni e La Verde – la cui posizione è stata definitiva con sentenza di condanna alla pena di 4 anni di reclusione (Leoni) e 4 anni mesi 8 di reclusione (La Verde).

Questi hanno fornito elementi indiziari significativi su sistemi corruttivi consolidati protratti nel tempo nel circondario di Como da almeno 10 anni durante i quali i professionisti corruttori hanno ottenuto illeciti risparmi di imposta per i propri clienti attraverso l’illecito pagamento di tangenti, demandando la redazione dei ricorsi e la favorevole definizione delle pratiche a pubblici funzionari corrotti, privilegiando il ricorso a tali accordi illeciti rispetto all’instaurazione di un corretto contraddittorio con l’Erario (e svolgendo contestualmente una attività di accaparramento della clientela e concorrenza sleale ai danni di altri studi professionali che non sono ricorsi a pratiche corruttive).

Le dichiarazioni accusatorie rese da La Verde e Leoni sono state riscontrate:

  • dalle intercettazioni telefoniche,
  • da tabulati telefonici, messaggi (mail, whatsapp), documentazione cartacea ed informatica che hanno ricostruito i contatti diretti con i corruttori,
  • dai documenti acquisiti presso l’Agenzia delle Entrate di Como che hanno consentito di identificare le pratiche oggetto degli accordi corruttivi e ricostruire gli atti contrari posti in essere dai pubblici ufficiali La Verde e Leoni,
  • dalla documentazione cartacea e informatica sequestrata a Stefano La Verde che ha consentito di ricostruire e documentare gli accordi corruttivi che lo hanno visto coinvolto, con particolare riferimento ad unmanoscritto di quattro pagine compilate fronte retro recati l’elenco dei professionisti che lo retribuivano con l’indicazione delle somme percepite.

La Guardia di Finanza sta inoltre dando esecuzione a numerosi provvedimenti di perquisizione.

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