All’università dell’Insubria di Varese un convegno internazionale sul Quadraturismo

VARESE – Architettura illusionista all’Università dell’Insubria di Varese con una tre giorni di convegno internazionale sul Quadraturismo. Ci sarà in particolare un focus sul ruolo di primo piano della Scuola varesina (lo testimonia la foto della Chiesa di Sant’Antonio alla Motta), rappresentata da artisti come Grandi, Baroffio, Giovannini, Magatti e Ronchelli.

Il convegno al via

Si inaugura oggi nell’Aula Magna della sede istituzionale dell’Università degli Studi dell’Insubria, in via Ravasi 2 a Varese, il convegno internazionale «Quadraturismo e grande decorazione. Varese, Italia ed Europa (secc. XV-XX)», curato dai professori Andrea Spiriti e Laura Facchin. Gli oltre trenta relatori, provenienti da università e centri di ricerca italiani e stranieri, parleranno di arte con approccio interdisciplinare. L’iniziativa, organizzata dall’Insubria, è patrocinata da Regione Lombardia, Comune di Varese, Italia Nostra e dal Centro di ricerca di Ateneo sulla Storia dell’arte contemporanea, il Crisac.

Il Comitato scientifico

Si tratta del settimo evento organizzato da un gruppo di studio inter-universitario del cui comitato scientifico fanno parte: Elisa Acanfora, Stefano Bertocci, Mario Bevilacqua, Beatriz Blasco, Rosanna Cioffi, Isabella Di Liddo, Marcello Fagiolo, Anna Coccioli Mastroviti, Laura Facchin, Fauzia Farneti, Sara Fuentes, Riccardo Lattuada, Anna Maria Matteucci, Magno Morase Mello, Mimma Pasculli, Marinella Pigozzi, Mariusz Smoliński, Andrea Spiriti, Silvio Van Riel.

Il focus

L’appuntamento di quest’anno si focalizza, all’interno del macrotema del quadraturismo e della grande decorazione, su alcuni filoni qualificanti. Il quadraturismo è un genere di decorazione pittorica consistente in prospettive architettoniche illusionistiche affrescate sulle pareti e sulle volte, particolarmente in voga nei secoli XVII e XVIII. Tra i focus del convegno il ruolo di primo piano della Scuola varesina, ben distinguibile all’interno dell’articolato linguaggio dello Stato di Milano: una scuola che si basa su artisti e dinastie (Grandi, Baroffio, Giovannini), in serrata dialettica sia con gli omologhi italiani ed europei sia coi figuristi autoctoni (e qui i nomi topici sono Pietro Antonio Magatti e Giovanni Battista Ronchelli); per poi risultare attiva su vasta area negli attuali Piemonte e Toscana.

Un secondo livello è quello dello Stato di Milano nel suo insieme, sottoposto alle stimolanti sollecitazioni che caratterizzano prima la stabilità spagnola, poi il turbinìo delle Guerre di Successione, infine la pace riformatrice sempre asburgica ma ormai austriaca. Un terzo livello è quello italiano ed europeo, con particolare attenzione all’attività doviziosa degli artisti dei laghi lombardi in Europa Centrale, dove si creano veri e propri predomini tipologici.

Vi è infine il grande tema (lombardo ma non solo) del neobarocco e neorococò: un quadraturismo revivalista che giunge fino al Novecento, in equilibrio fra il mimetismo nei contesti storici e la felice reinvenzione di stilemi.

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