Antonelli: “Resto sindaco di Busto, a Roma ci vado soltanto se faccio il ministro”

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Per la candidatura che non ci sarà, filo diretto tra Emanuele Antonelli e Giorgia Meloni

BUSTO ARSIZIO – Emanuele Antonelli, primo cittadino di Busto Arsizio, annuncia: “Non mi candido al Parlamento”. In una intervista alla Prealpina, pubblicata oggi 29 luglio, il sindaco di Fratelli d’Italia mette fine al balletto delle voci e delle supposizioni sulla sua avventura romana. La motivazione? “Prima di tutto Busto Arsizio”. A meno di un anno dalla sua rielezione a Palazzo Gilardoni sarebbe singolare che rimandasse la città al voto in funzione della decisione di presentarsi alle elezioni politiche del 25 settembre. Singolare, non impossibile se ci riferiamo a simili scelte del passato con altri politici.

Lo stop di La Russa e Santanché

Non è un mistero che anche Antonelli, al pari del suo collega gallaratese, il leghista Andrea Cassani, abbia seriamente pensato di schierarsi nella corsa o per Montecitorio o per il Senato. Un tentativo che, fin dall’inizio, ha ricevuto lo stop dei maggiorenti regionali del suo partito, Daniela Santanché e Ignazio La Russa. “Finisca il suo lavoro di sindaco” avevano ripetuto i due autorevoli esponenti meloniani. Ma il discorso di Antonelli a Roma era andato avanti fino all’altro ieri, mercoledì, quando al direttivo provinciale di Fratelli d’Italia l’argomento è stato riproposto. Andrea Pellicini, il coordinatore varesino della formazione politica di destra, ha avuto modo di dire: “Antonelli è libero di decidere cosa fare”. A conferma che la questione era tutt’altro che chiusa.

Filo diretto con Meloni e Salvini

Fino a questa mattina, con l’intervista sul quotidiano locale, nella quale il sindaco bustocco, nell’ultimo giorno utile per sue eventuali dimissioni in funzione della candidatura, taglia la testa al toro: resto a Busto. Una sorpresa? Non proprio. Il problema non è soltanto la necessità istituzionale e di correttezza verso i bustocchi di mantenere gli impegni assunti in Comune, ma anche il fatto che nell’attuale regime elettorale, con i posti tagliati e le pesanti spinte di molti altri pretendenti allo scranno romano, Antonelli e Cassani avevano bisogno di garanzie per essere eletti. Per dirla in altro modo, per non rimanere con un pugno di mosche in mano a urne chiuse, sarebbe servito un collegio blindato, cosa che al momento nessuno, né Giorgia Meloni né Matteo Salvini, possono assicurare. Più prudente rimanere sotto coperta. Non va dimenticato che, secondo diverse fonti, i due sindaci hanno in questi giorni avuto un filo diretto con i leader nazionali, tagliando di fatto fuori i vertici locali. Vero? Falso? I malumori per questo comportamento sono palpabili sia nei Fratelli sia nella Lega provinciali.

Certo, il centrodestra è considerato vincente dai sondaggi, ma  i flussi di voto sono quanto mai variabili e nulla può essere dato per scontato a due mesi dalla data delle elezioni. Dire che né Antonelli né Cassani abbiamo mai cullato il sogno romano sarebbe una balla, una di quelle bugie di cui la politica si fa forte per dissimulare, dire e non dire, sviare l’attenzione. Ci hanno pensato, eccome. Loro diritto, ci mancherebbe. E infatti non l’hanno smentito fino in fondo.

La falsa lettera di dimissioni

Emanuele Antonelli fa di più, ad Angela Grassi, che ha raccolto l’intervista, rivela che più del parlamentare a lui piacerebbe fare il ministro o il governatore della Regione Lombardia. Esagera? Conoscendolo, mica tanto. Il sindaco di Busto Arsizio non è uno che si accontenta, pigia spesso sull’acceleratore del proprio ego, ha in forte antipatia i giornalisti che dissentono ma non disdegna di far parlare di sé. Infatti, rivela che nei giorni scorsi ha presentato una falsa lettera di dimissioni per “vedere l’effetto che fa”. “Scherzavo” avverte per evitare fraintendimenti. Domanda: che bisogno c’era di scherzare su una simile vicenda, assolutamente seria e foriera di contrasti dentro e fuori i partiti? Transeat. Il risultato , dopo aver sottolineato che non gli darebbe fastidio essere riconfermato presidente della Provincia e dopo aver dato consigli al centrodestra su come comportarsi da qui alle politiche di settembre e per le regionali del prossimo anno, è che Antonelli mette una pietra tombale sul suo futuro nella capitale. Per ora. Busto Arsizio può dirsi contenta. O anche no.

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