BUSTO ARSIZIO – Roba da non credere. Eppure è così: nel cimitero di Busto circolano troppe macchine. E anche a velocità sostenuta. Tanto che proprio nei giorni scorsi più di un cittadino ha rischiato di essere investito, mentre stava raggiungendo la tomba di un suo caro parente. «Non è la prima volta – spiega il cittadino – lungo i viali del campo santo di Busto circolano molte auto. Mi chiedo se la cosa sia regolare. Se tutti coloro che entrano a bordo dell’auto hanno un permesso e sopratutto se c’è chi controlla quanto accade ormai da troppo tempo».
Controlli zero
Se è vero come ha sostenuto l’assessore Alessandro Chiesa in consiglio a proposito del “caro tomba”, che le abitudini delle sepolture stanno cambiando a favore della cremazione e altrettanto vero che il malcostume di arrivare in auto per un saluto al caro estinto, magari a velocità sostenuta, è piuttosto diffuso e resta immutato. Occorre dire che non tutti sono trasgressori. Nel senso che vi sono alcuni cittadini in possesso di un pass regolarmente rilasciato e che li autorizza ad entrare in auto. Ma bisogna anche sottolineare che gli accessi al campo santo non sono regolati da sistemati automatizzati di ingresso e di uscita. Sistemi che consentirebbero un controllo automatico di chi entra in regola e di chi invece per pigrizia o comodità, e sapendo di farla franca, ne approfitta.
«Proprio qualche giorno fa – continua il cittadino – per ben due volte sono stato sfiorato dalle auto in transito lungo i viali. A un conducente ho perfino chiesto se fosse in possesso del permesso. E’ caduto dal pero. Mi ha detto di non sapere dell’esistenza di un pass. A quel punto mi sono chiesto chi controlla. Ma soprattutto come mai non sia ancora stato studiato un sistema automatico a sbarre, così da far passare solo le auto in regola e lasciar fuori chi invece vuole fare il furbo».
In realtà una sbarra è posizionata. Però non funziona in maniera automatica. Sta di fatto che, secondo quanto raccontato, la presenza di auto “abusive” lungo i viali del cimitero di Busto è un fenomeno piuttosto diffuso «e – conclude il cittadino – qualcuno dovrebbe controllare e intervenire. Per la sicurezza di chi entra a piedi. Ma anche per rispetto del luogo sacro».