Autunno caldo, Varese posticipa al 31 ottobre l’accensione dei caloriferi

VARESE – La temperatura massima registrata a Varese nella giornata di oggi, mercoledì 19 ottobre, è stata di 23,5 gradi (alle ore 13.20), in base alle rilevazioni del Centro Geofisico Prealpino presso la sede nel parco di Villa Baragiola. In città persiste dunque una condizione meteo caratterizzata da alte temperature, insolite per la stagione. L’amministrazione ha così deciso di posticipare al 31 ottobre l’accensione degli impianti di riscaldamento.

Caloriferi accesi a fine mese

Le ultime giornate di caldo anomalo unite alla situazione legata alla crisi energetica e all’aumento dei costi di gas ed elettricità hanno indotto quindi il sindaco Davide Galimberti a firmare nella giornata di oggi l’ordinanza per la riduzione del periodo di esercizio degli impianti termici a combustione a uso riscaldamento posticipandone l’accensione al 31 ottobre. La decisione è anche in ragione delle previsioni meteo che per i prossimi giorni, nonostante qualche precipitazione, non mostrano cambiamenti significativi nelle temperature che rimarranno comunque al di sopra della media stagionale.

Contenimento dei consumi

Un provvedimento in continuità con il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, che prevede, al fine dell’abbattimento dei consumi di gas naturale, l’introduzione di limiti di temperatura, di ore giornaliere di accensione, e di durata del periodo di riscaldamento. L’ordinanza firmata dal primo cittadino ha anche una forte valenza ambientale perché gli impianti termici a uso civile costituiscono una rilevante fonte di emissioni di inquinanti. In queste condizioni di caldo anomalo dunque, l’iniziativa è anche una formula di tutela ambientale e di attenzione alle qualità dell’aria di Varese.

Esclusi ospedali e asili

Il posticipo dell’accensione degli impianti di riscaldamento non è previsto per ospedali, cliniche, case di cura e ricovero per azioni e minori, nonché per le strutture protette per l’assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali. Esentate anche scuole materne, asili nido oltre a piscine, saune ed edifici adibiti ad attività industriali e artigianali, per esigenze tecnologiche o di produzione.