Busto, la serata inaugurale del Baff è una dichiarazione d’amore per il cinema

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BUSTO ARSIZIO – Se Luc Merenda ha chiesto più coraggio, per Enrico Vanzina la prima regola è l’osservazione della realtà. Ieri, sabato 30 marzo, al Teatro Sociale di Busto Arsizio si è aperta la diciassettesima edizione del B. A. Film Festival. Oltre ai riconoscimenti ricevuti dall’attore francese e dal regista romano, sul palco del Delia Cajelli sono stati premiati anche la Veneto Film Commission, la rivista Bianco e Nero e il canale Rai Movie.

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Busto Arsizio non è morta

Fino alle nove, molti posti erano ancora vacanti ma, nel quarto d’ora accademico concesso prima dell’avvio della cerimonia, la sala si è riempita rapidamente. Introdotti dal filmato della Baff History, sono saliti sul palco Daniela Virgilio, madrina dell’evento in abito bordeaux, e il direttore artistico Steve Della Casa, che ne ha rievocato l’apparizione nella serie “Romanzo criminale”. In platea c’erano esponenti della giunta bustocca, tra cui il vicesindaco Isabella Tovaglieri e gli assessori Paola Magugliani e Gigi Farioli. Alessandro Munari, presidente della manifestazione, dopo aver salutato Gabriele Tosi e osservato che «la cavalcata del festival ogni anno si arricchisce di qualcosa di più», ha invitato a salire Emanuele Antonelli e Manuela Maffioli, rispettivamente sindaco e assessore alla Cultura di Busto Arsizio. Il primo ha replicato ad alcune dichiarazioni dei media: «Ogni tanto leggo che Busto Arsizio è morta, ma c’è da ringraziare per le presenze di questa sera, e per le persone che, non appena sarà finito questa edizione, si metteranno subito a preparare la diciottesima». Dello stesso pensiero Maffioli, che ha sottolineato come il Baff sia anche «una dichiarazione d’amore del cinema verso Busto, che le permette di oltrepassare i suoi confini».

La regola di Enrico Vanzina

Sulla scia di una seconda proiezione della Baff History hanno avuto inizio le premiazioni. Per primi a salire sul palco sono stati Luigi Bacialli, presidente della neonata Veneto Film Commission, e Maria Teresa De Gregorio, direttore del Dipartimento Cultura della Regione Veneto. Come ha detto il Bacialli, «cercheremo di valorizzare le risorse locali, e quelle che hanno dato lustro a questa regione. Tra le location dove girare non c’è solo Venezia, ma anche le splendide ville venete, o luoghi come Portogruaro, che è una bomboniera».

Se il premio “Eroi della Carta Stampata” è stato ritirato da Alberto Crespi per la rivista “Bianco e Nero”, il “Lello Bersani” è andato a Rai Movie, consegnato da Laura Delli Colli, presidente del Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici, a Cecilia Valmarana, responsabile di Rai Gold, che ha riferito il commento di Vincenzo Mollica alla notizia: «ogni premio in nome di Lello Bersani è una benedizione».

Premio Stracult per Luc Merenda, protagonista dei polizieschi degli Anni Settanta, che l’ha ricevuto da Maffioli. L’attore francese ha dichiarato: «Erano anni terribili, ci siamo tornati. Ma ultimamente non vedo coraggio nei registi, all’epoca giravano anche film più pertinenti ai casi».

La parte finale della serata ha invece avuto un sapore Anni Ottanta, (tra il pubblico c’era anche il comico di Drive In Enrico Beruschi) con il trailer dell’Icma che ha salutato l’arrivo di Enrico Vanzina mostrando, accompagnato da “The final countdown” degli Europe e “Forever young” degli Alphaville, spezzoni, battute celebri e scene romantiche tratte dalle sue pellicole. «Fa impressione», ha commentato il regista romano che sfoggiava un look total black, «ma quello che mi manca di più è mio fratello Carlo». Dopo essere stato insignito del Premio Platinum Dino Ceccuzzi si è seduto insieme a Della Casa dove, in quello che più che un dialogo è stato un monologo, ha fornito una messe di aneddoti, curiosità e retroscena tratti tanto dalla vita lavorativa che da quella privata. Uomo dalla vasta cultura, Vanzina non ha dimenticato di illustrare le sue personali regola del cinema per studenti e appassionati della settima arte: al centro di tutto, oltre a rimanere semplici e «non tirarsela», c’è «l’attenzione agli altri, bisogna guardare», tutto nasce dall’osservazione della realtà.

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