Dal coordinamento di Busto al Centro riceviamo e pubblichiamo.
La prima ruspa non aveva ancora iniziato a muoversi, con la dovuta cautela, sulle macerie del disastro genovese che il Ministro degli Interni già chiedeva il nome di chi poter ghigliottinare; l”altro”, per non essere da meno e con la coda di paglia per le precedenti fesserie eruttate dal suo capo genovese, già indicava i colpevoli; il Capo Supremo, dimenticando di essere un avvocato e di non potersi permettere di sparare sciocchezze , annunciava la disdetta immediata della concessione ad Autostrade. In quel clima di tragedia in corso tutto serviva fuor che una sciocca, intempestiva e giustizialista benzina sul fuoco . Più che sulla scena di una catastrofe pareva di essere in un cortile condominiale, in attesa dei pompieri chiamati per la rottura di una tubatura, dove si defenestra l’amministratore e si minaccia richieste di danni a chi distribuisce l’acqua, per poi accorgersi che qualche condomino è andato in ferie lasciando aperta l’acqua del bagno.
Dopo qualche ora, come al solito, i toni e le dichiarazioni erano totalmente cambiati. L’obiettivo dei nostri Ministri diventavano i presunti finanziamenti ricevuti dal PD da parte del Concessionario delle autostrade con ciò aprendo il varco ad una replica ( che ci aspettiamo) rispetto ai presunti finanziamenti russi ad uno e americani all’altro. Tutte cose che ai famigliari delle vittime e a tutti noi, sinceramente colpiti dalla tragedia, rancamente in questi momenti ci interessano meno che nulla. Senza mezzi termini e con una punta di rabbia : o siamo di fronte a degli emotivi, o a degli incapaci o addirittura a chi, anche in una tragedia come questa , ha come prima preoccupazione quella di trarre un beneficio di immagine (selfie compresi durante i funerali?). In tutti i casi, per gli italiani, una bella fonte di forte perplessità!
Questo Governo si muove con le logiche di una Cooperativa di servizi, dove tutti si sentono soci e padroni e con il Presidente, “preso da fuori” e che presumibilmente non sa tenere le briglie, che s’adegua.
E i mercati finanziari nel frattempo vanno a nozze, banchettando sulla nostra Borsa e sul nostro spread! Probabilmente ai nostri Governanti, che non hanno personalmente nulla da perdere se non da guadagnare, la cosa poco importa, ma per milioni di italiani e per i loro onesti risparmi la musica è diversa.
Ci auguriamo tutti che , al di là delle tante chiacchiere, si dimostri coi fatti il rispetto per i morti e la vicinanza per vivi e che, con serietà e serenità, si individuino colpe e colpevoli , anche se la cosa dovesse aprire uno scenario di più diffusa preoccupazione.
L’occasione ci pare però opportuna per allargare il discorso sul tema generale delle infrastrutture nazionali avendo come riferimento un pensiero che non è solo nostro ma che è stato di molti (a partire dagli imperatori romani) : lo sviluppo di un Paese può passare solo da una politica delle infrastrutture che guardi molto avanti. Così fu nei primi decenni del dopoguerra; immaginate una nazione senza quella grande opera che è stata l’Autostrada del Sole o pensiamo,per stare più vicini , alle forti avversioni alla Genova-Gravellona (detta allora dal ministro proponente “la Nicolazza”) oggi arteria fondamentale per i collegamenti nord- europei.
A seguire iniziò però un periodo di grandi difficoltà, periodo che non accenna oggi a mutare direzione e coincidente con una politica sempre più debole nelle sue strutture e nei suoi interpreti. Ci siamo riempiti di leggi sempre più complesse e per tale ragione sempre più trasgredibili e sovrapponibili: sugli appalti, sulle responsabilità, sulle gare d’appalto, sulle “mazzette” e così via; con una politica per la quale pare che il riuscire a far approvare una legge in Parlamento, alla faccia degli avversari, sia la fine dei propri compiti.
Le “opere pubbliche creano il malaffare” è il pensiero ricorrente in qualche forza politica emergente per cui niente TAV, niente TAP, niente GRONDA di Genova, niente PEDEMONTANA e così via; come se avendo il bruciore di stomaco, anziché trovare cause e rimedi, si rinunci a mangiare preferendo con ciò una morte a stomaco leggero. “Le manutenzioni non fanno tagliare nastri e non interessano molto ai politici” affermava qualcuno in questi giorni e non si può negare che vi sia un fondo di verità osservando come molto spesso si preferisce l’uovodi oggi alla gallina di domani.
La politica infrastrutturale sembra soffrire della “sindrome di Itaca” :un Governo le pensa e l’altro le distrugge. E gli anni passano, mentre anche questo “governo del cambiamento” pare che in materia abbia forti contrasti interni per far sperare in un cambio passo.
Coordinamento di Busto al Centro
Busto centro genova – MALPENSA24