BESNATE – «Critica sterile? Mancanza di spirito collaborativo? Da parte di chi, maggioranza o minoranza?». A porsi queste domande è Nadia Dal Secco (Forza Italia), rappresentante del gruppo di minoranza Uniti per Cambiare a Besnate. I riflettori sono puntati sulla palestra comunale di via Vittorio Veneto, già oggetto di una lettera inviata lo scorso 8 settembre alle associazioni dal capogruppo di maggioranza Stefano Tonelli (delegato allo Sport), che ha sottolineato «la presenza di numerosi oggetti ingombranti accatastati nell’area adiacente alla scala interna e nel vano sottoscala». E sollecitare, di conseguenza, lo sgombero. Ora la minoranza prova a tallonare: «A oggi, la situazione non cambia».
La lettera alle associazioni
Nella lettera inviata a inizio settembre da Tonelli, a seguito di un sopralluogo alla palestra, viene ricordato che «non è consentito depositare alcunché all’interno o all’esterno dell’immobile, se non nei locali deputati ad accogliere le attrezzature necessarie alla pratica sportiva», si legge. In particolare, l’area interessata «deve essere lasciata sgombra per ovvie ragioni di sicurezza, di igiene e, non ultime, di decoro degli spazi comuni». Da qui, l’invito alle associazioni proprietarie dei beni in questione di «asportarli e liberare l’area entro quindici giorni dal ricevimento della presente comunicazione». Decorso il termine di tempo, «il Comune sarà costretto a provvedere autonomamente, conferendo il materiale in discarica». Con tanto di avviso finale perché episodi simili non si ripetano.
Le provocazioni dalla minoranza
Ora Dal Secco torna sulla questione, ricapitolando gli ultimi passaggi effettuati: «Dopo la lettera del consigliere Tonelli alle associazioni, visto che tutto rimaneva accatastato (oltre a un materasso e a due porte calcio poste all’esterno), il 27 ottobre, come rappresentante di Uniti per Cambiare, ho contattato il capogruppo di maggioranza per non sovraccaricare il lavoro degli uffici».
L’obiettivo era «comunicargli che tutto era rimasto proprio come aveva rilevato lui stesso dal suo mensile sopralluogo». Riscontrando che «a oggi, la situazione non muta», arrivano le domande. Non senza provocazione. «Critiche sterili e preconcette? Spirito collaborativo? Noi ci proviamo».
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