Bignardi al Castello di Somma per il festival Scrittrici Insieme

bignardi somma lombardo

SOMMA LOMBARDO – Daria Bignardi, il Premio Pulitzer Jhumpa Lahiri e Michela Murgia sono le protagoniste di SI Scrittrici Insieme, il festival letterario creato per offrire un palco alla creatività e all’intelligenza delle donne. Giunto alla sua ottava edizione, per la prima volta viene ospitato dalla città di Somma Lombardo, dal 28 al 30 settembre.

L’inaugurazione in Castello

L’inaugurazione della rassegna, diretta dalla scrittrice Helena Janeczek – vincitrice del premio Strega 2018 e finalista al Premio Campiello con “La ragazza con la Leica” – insieme a Silvana Baldini, si terrà venerdì 28 settembre dalle 17 nel Cortile d’Onore nel Castello Visconti di San Vito e proseguirà alla biblioteca Aliverti di via Marconi nelle serate di sabato 29 e domenica 30 settembre.  Un festival diventato “itinerante”, che dalle prime edizioni nella Villa Montevecchio di Samarate ha proseguito il proprio percorso al Maga di Gallarate per approdare, quest’anno, al Castello di Somma. «Accogliamo il Festival Scrittrici Insieme con molto piacere – dice l’assessore alla Cultura Raffaella Norcini – una collaborazione che ci piacerebbe prolungare per altre edizioni, grazie anche alla disponibilità della Fondazione Visconti di San Vito, che apre le porte a questo appuntamento con la cultura sul nostro territorio». Helena Janeczek si fa portavoce delle oranizzatrici del Festival: «Siamo molto contente che il viaggio di SI – Scrittrici Insieme, con l’ottava edizione, sia giunto a Somma Lombardo. Siamo convinte che le bellissime sedi messe a disposizione del nostro festival aiutino a valorizzare il programma particolarmente ricco e forte di quest’anno».

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Il programma

Nell’edizione 2018 il festival è pensato per spaziare dalla letteratura alla saggistica e  proporre dei dialoghi tra una scrittrice e uno scrittore, riflettendo l’idea inclusiva con cui festival è nato. Saranno presenti Michela Murgia, Jhumpa Lahiri, Marco Balzano e Giusi Marchetta, Caterina Bonvicini e Vanessa Roghi, che parlerà dell’eredità di Don Milani. Torneranno Daria Bignardi, Evelina Santangelo e Francesca Sgorbati Bosi, brillante studiosa del ‘700 che ci porterà A tavola con i re. Ritroverà la voce una grande autrice del passato: quest’anno, Elisabetta Severina racconterà la figura di Marguerite Yourcenar nel cinquantenario della pubblicazione de L’opera al nero. Tra i vari incontri è previsto anche uno spettacolo con Silvana Baldini e con l’attrice Sonia Grandis, che proporranno un reading delle poesie di Paolo Polvani. Paolo Carù, direttore della rivista “Buscadero”, ha invitato la cantautrice californiana Lucia Comnes che si esibirà in concerto sabato sera. Chiara Ciccocioppo, una delle fotografe ufficiali del festival della letteratura di Mantova, firma la mostra fotografica “Frammenti” e continuerà a immortalare ogni incontro. Il programma completo è consultabile sulla pagina Facebook del festival.

Bignardi e la sua ansia

Venerdì alle 19 in Castello Daria Bignardi presenta il suo ultimo romanzo con Helena Janeczek. Si intitola “Storia della mia ansia”, edito da Mondadori. «Un pomeriggio di tre anni fa, mentre stavo sul divano a leggere, un’idea mi ha trapassata come un raggio dall’astronave dei marziani», racconta Bignardi, personaggio televisivo diventato un vero e proprio fenomeno letterario. «Vorrei raccontare così l’ispirazione di questo romanzo, ma penso fosse un’idea che avevo da tutta la vita. “Sappiamo già tutto di noi, fin da bambini, anche se facciamo finta di niente” dice Lea, la protagonista della storia. Ho immaginato una donna che capisce di non doversi più vergognare del suo lato buio, l’ansia. Lea odia l’ansia perché sua madre ne era devastata, ma crescendo si rende conto di non poter sfuggire allo stesso destino: è preda di pensieri ossessivi su tutto quello che non va nella sua vita, che, a dire il vero, funzionerebbe abbastanza. Ha tre figli, un lavoro stimolante e Shlomo, il marito israeliano di cui è innamorata. Ma la loro relazione è conflittuale, infelice. “Shlomo sostiene che innamorarci sia stata una disgrazia. Credo di soffrire più di lui per quest’amore disgraziato, ma Shlomo non parla delle sue sofferenze. Shlomo non parla di sentimenti, sesso, salute. La sua freddezza mi fa male in un punto preciso del corpo.” Perché certe persone si innamorano proprio di chi le fa soffrire? E fino a che punto il corpo può sopportare l’infelicità in amore? Nella vita di Lea improvvisamente irrompono una malattia e nuovi incontri, che lei accoglie con curiosità, quasi con allegria: nessuno è più di buon umore di un ansioso, di un depresso o di uno scrittore, quando gli succede qualcosa di grosso»

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