“Bonus bebè discriminante in Lombardia”. I giudici: la Regione modifichi la delibera

MILANO – Il “bonus bebè” regionale soltanto a chi risiede in Lombardia da almeno cinque anni? “La deliberazione della giunta lombarda dell’ottobre 2015 ha carattere discriminatorio nella parte che prevede, ai fini dell’accesso al contributo per i genitori, il requisito dei cinque anni continuatii di residenza di mamma e papà del nuovo nato”. Lo afferma la Corte d’Appello di Milano nel procedimento a cui diede avvio un ricorso dell’Associzione studi giuridici sull’immigrazione e di Avvocati per niente onlus.
I giudici della sezione Lavoro ordinano anche alla Regione Lombardia di “modificare” la delibera con “l’abolizione” del requisito dei cinque anni continuativi di residenza e “di riaprire i termini per la presentazione delle domande”, a cui sono interessati soprattutto gli immigrati. A dicembre la Corte d’Appello di Milano aveva dichiarato “discriminatoria” un’altra delibera di quattro anni fa per l’accesso al ‘Fondo sostegno affitti’ cioè “l’esercizio di una regolare attività” e la residenza da almeno 10 anni in Italia e da almeno 5 nella regione.

Il Pd: danneggiati anche gli italiani

“Le discriminazioni ideologiche della giunta leghista danneggiano prima di tutto gli italiani”. Il consigliere regionale Samuele Astuti (Pd) commenta così  la  sentenza della Corte d’Appello di Milano che, appunto, ha dichiarato discriminatoria  la delibera del 2015 che stabiliva che per accedere al bonus bebè era necessario essere residenti in Lombardia da almeno cinque anni consecutivi. “Un criterio – continua Astuti- evidentemente discriminatorio,  in palese contrasto con i dettati dalla Corte costituzionale che la maggioranza leghista ha voluto introdurre solo in nome  di un’ideologia  populista e xenofoba,  da campagna elettorale permanente, ma che in realtà si ritorcono proprio contro gli italiani che la Lega dice di voler difendere.   Il risultato della delibera è stato,  da subito, quello di escludere dal bonus bebè i tantissimi italiani  provenienti da altre regioni che vivono in Lombardia per lavoro e  ora, con la sentenza della Corte che ha ordinato di modificare la delibera e riaprire i bandi, di mettere in seria difficoltà anche  chi aveva fatto affidamento su quel bonus e ora lo vede di nuovo messo in discussione”.

Astuti bonus bebè – MALPENSA24