La piazza, le piste ciclabili e Busto Arsizio

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di Gian Franco Bottini

Per le più importanti città della provincia l’ultimo giro di boa è stato fatto e da qui ad un annetto si eleggeranno le nuove amministrazioni . Quelli che promettono di essere “ nuovi” dovranno pedalare in salita per dimostrarlo ; le vecchie amministrazioni si rimetteranno in gioco come dei cappotti rivoltati, per nascondere le macchie degli insuccessi o per tentare, con una sciancratura e una martingala in più , di
darsi una nuova forma mimetizzando le giravolte politiche che nel frattempo , in molti casi, sono avvenute.

E’ il momento che si cominciano a tirare i bilanci, che inizia a denotarsi qualche posta “in rosso” o che minaccia di esserlo, ed è il momento di sparare le bordate “acchiappavoti” dell’ultima ora , che poi si riveleranno delle patacche da portarsi dietro negli anni . E proprio su quest’ultimo tema stavano chiacchierando gli Umarell con il Professore che, approfittando della sonnolenza del primo mattino,stava impartendo la sua usuale lezione che minacciava di addormentare definitivamente la compagnia: “Bukowski si domandava: …”

Gli sguardi interrogativi dei presenti avevano autorizzato il Sempreverde a chiarire che secondo lui si stava parlando del centravanti del Parma(!), ricevendo lo sguardo sprezzante del Professore che aveva così proseguito: “ Che fine ha fatto la semplicità? Sembrano tutti sul palcoscenico, in dovere di dare spettacolo. A proposito di teatro guardate il Governo; spara importanti decisioni una dietro l’altra con la clausola però del “salvo intese”, il che vuol dire che non ha deciso nulla, perché non sono tutti d’accordo ed è”tutto fumo e niente arrosto”

“Ma non succede solo a Roma – era intervenuta la Gigia – guarda cosa è successo a Busto Arsizio alla Piazza Vittorio Emanuele. A me risulta che era stato segnalato , “a chi di dovere”, quali materiali e quali sistemi prevedeva il progetto per non avere guai e che le cose non stavano andando come dovuto. Ma per la “fuscia” di fare l’inaugurazione erano state come parole al vento. Forse era più importante far”contento” il Principe che non la gente di Busto, che del casino combinato adesso contenta non lo è certo”.

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Gian Franco Bottini e gli Umarell

Il Pensionato, che con il buon Speroni è fra i più appassionati “ciclisti urbani” in circolazione, si era improvvisamente risvegliato: “Anche adesso, per la smania di fare palcoscenico, ho paura che si stia combinando un bel guaio. A me le piste ciclabili mi stanno benissimo ma se si comincia a parlare di piste ciclopedonali allora ..fermi tutti. La sicurezza è la prima cosa! Dei circa 20 chilometri della prima fase del
progetto annunciato la maggior parte viene fatta con un po’ di righe tirate sui marciapiedi, dove circoleranno contemporaneamente, pedoni, biciclette, monopattini,biciclette elettriche, mamme con le carrozzine, disabili e, se non bastasse, anziani e bambini con le loro diverse esigenze di mobilità. Pensate solo a quei monopattini che corrono in giro a 25 Km all’ora,a far gli equilibristi fra i pedoni le biciclette e le carozzine, senza molte regole,senza targa, senza assicurazione. Questo non vuol dir fare piste ciclabili, vuol dire creare pericoli inconsulti aspettando che succeda il guaio. Confesso di aver paura e a me non interessa se lo Stato ci ha regalato dei soldi per fare le piste; se mi regalano una pelliccia nel mese di agosto, io non la metto certo per andare a stimarmi in spiaggia per poi morire di caldo!”

La Veneta, solitamente “governativa”, aveva assentito segnalando che inoltre, nel l’altra parte minoritaria del progetto cioè quella che viene disegnata sulla strada, verrebbero tolti molti parcheggi ad uso di negozi, uffici, servizi e anche abitazioni: “Voglio vedere cosa diranno i commercianti! Non ci si può certo aspettare che ,tirate due righe sulla strada, da un giorno all’altro la gente diventi un popolo di ciclisti”

A quel punto l’Avvocato, con la sua saggia dialettica, aveva pensato di definire il problema: “Per creare un sistema di piste ciclabili urbane, accessibili anche ai nuovi mezzi veloci , ci vogliono delle città pensate e una adeguata mentalità dei cittadini; due cose che si progettano e non si inventano con due righe per terra e ancor meno se tirate sui marciapiedi. Con quella variegata frequentazione che si prevede, a velocità e caratteristiche così diverse, i guai sono garantiti . I pericoli che ha segnalato il Pensionato sono reali e da avvocato vi dico che in caso di danni creati, me la prenderei anche con il Comune . Per i parcheggi poi, sono parte in causa e con me i miei clienti. Se fossi la Giunta ci penserei molto bene a quello che stò facendo!”

Ma il Sempreverde, con una espressione poco speranzosa, aveva così chiuso il discorso: “Mah; sperèm!”

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