Lombardia prima nelle vaccinazioni, ma non per le persone fragili

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MILANO – Dopo le critiche alla Regione Lombardia all’inizio della campagna di vaccinazione, non si può negare – è sotto gli occhi di tutti – che l’organizzazione sanitaria sia enormemente migliorata. E lo confermano i dati: l’ultimo aggiornamento del 3 agosto ci dice che su 12.305.415 dosi consegnate ne sono state utilizzate ben 12.289.361, il 99,9%. Le persone vaccinate sono vicine ai 6 milioni (5.813.242) e sono state somministrate 123.300,6 dosi ogni 100 mila abitanti. Una macchina complessa si è messa in moto da mesi in maniera davvero impressionante: la Lombardia è prima in assoluto in Italia secondo tutti i parametri e l’Italia con quasi 33 milioni di persone totalmente vaccinate ha fatto registrare una performance che la pone ai posti più in alto a livello internazionale.

Non si tratta però di fare una gara: al di là delle “classifiche”, che hanno un valore statistico e niente più, è importante registrare, e anche talvolta ammettere, che la gran parte dei problemi sono stati risolti e che l’impegno di Governo, Regioni, amministrazioni locali, medici, infermieri e personale sanitario è stato oggettivamente importante e diretto davvero al bene comune. Molte critiche sono state spesso ingenerose e interessate.

Allo stesso tempo permangono alcune difficoltà. E’ ovvio che raggiunti questi numeri è sempre più difficile procedere spediti perché vi sono segmenti della popolazioni che hanno loro specifiche caratteristiche. In questo senso la Casa della Carità si Milano segnala che “per molte persone fragili prenotare il vaccino è una corsa a ostacoli contro la burocrazia”. L’associazione ha raccolto centinaia di richieste di “invisibili” della metropoli, che vogliono mettersi al riparo dal Covid. E per questo motivo, nella sede della Fondazione in via Brambilla 10 nel capoluogo lombardo, è stato attivato uno sportello di supporto per chi fa fatica a prenotare.

In particolare l’ente riconosce che da fine luglio la Regione Lombardia ha attivato, sul suo portale e telefonicamente, dei canali che consentono di prenotare il vaccino contro il Coronavirus anche a chi non ha accesso al sistema sanitario nazionale, poiché sprovvisto di tessera sanitaria o codice fiscale. “Tuttavia, arrivare alla prenotazione del vaccino per queste persone – viene però sottolineato – è una vera corsa a ostacoli contro la burocrazia: la procedura, infatti, è piuttosto macchinosa e diventa ancor più complessa per chi ha difficoltà con la lingua italiana”.

“Siamo contenti che Regione Lombardia abbia attivato dei canali che consentono a tutti di prenotare il vaccino contro il Covid; sappiamo infatti che in altre regioni questo ancora non è possibile. Tuttavia, ancora una volta dobbiamo constatare che il sistema non favorisce l’equità. Questo muro di difficoltà non solo lede il diritto universale alla salute sancito dalla nostra Costituzione, ma consente al virus di continuare a circolare in una fascia di popolazione molto esposta al contagio poiché vive in condizioni di fragilità sanitaria e sociale”, dice don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione.

Ecco perché la Casa della Carità si unisce al recente appello dei Tavoli Asilo e Immigrazione a Governo e Regioni, affinché sul vaccino sia promossa una campagna informativa multilingue e ci sia una reale accessibilità ai portali regionali per la prenotazione. In particolare, per cercare di andare incontro a chi vive a Milano e ha difficoltà a prenotare il vaccino, dal 2 agosto è stata attivata nella sua sede di via Francesco Brambilla uno sportello di supporto, che riceve su appuntamento, chiamando il numero 3401264360. Inoltre, sul sito della Fondazione è attiva una pagina (https://casadellacarita.org/vaccini-cittadini-stranieri-regione-lombardia/) che spiega passo per passo la procedura da seguire per la prenotazione del vaccino sul portale regionale.

E’ un appello per le persone fragili che certamente sarà accolto dalla Lombardia già molto attiva – non è una opinione, parlano i fatti – nella lotta, persona per persona, famiglia per famiglia, alla pandemia.

Angela Bruno

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