Busto, «Mia moglie in un porno, il vicino mi ricatta». Condannato a un anno

BUSTO ARSIZIO – La moglie compare in un porno, lui perde la testa. Denuncia il vicino che si offre di mettere “in chiaro” letteralmente, i volti dei protagonisti del video hard scovato online dal marito gelosissimo. Per il dirimpettaio, Antonio Infurna, già noto alle forze di polizia, difeso dall’avvocato Francesca Cramis ieri è stato il giorno della libertà. Il pm Chiara Monzio Compagnoni aveva chiesto una condanna a 8 anni e 4 mesi contestando reati gravi quali estorsione e truffa. Il collegio presieduto da Renata Peragallo ha invece condannato Infurna a un anno e 11 giorni (esattamente il presofferto da parte dell’imputato che da ieri è tornato assolutamente libero) riconoscendolo colpevole soltanto dell’accusa di lesioni. O meglio minaccia aggravata poi derubricata in lesioni a causa di uno schiaffo in volto alla presunta vittima.

L’imputato subito libero

A quanto pare, almeno stando ai giudici del tribunale di Busto, l’imputato non è colpevole nè di estorsione, nè di truffa. La vicenda risale a quattro anni fa. Il vicino scovò, appunto, dei video porno dove tra un’immagine e l’altra gli parve di scorgere la moglie. L’uomo perse la testa e si confidò con il vicino, Infurna, appunto. Che gli avrebbe promesso di contattare un tecnico informatico in grado di accertare se la protagonista del video hard fosse la moglie a tutti gli effetti. Costo dell’operazione: 12 mila euro. Quando il vicino, stabilendo che l’operazione altro non era che una truffa, smise di pagare Infurna, che per l’accusa fece di tutto per riscuotere. Compreso mostrare una pistola alla vittima e minacciandolo. Per la procura, visti anche i precedenti di Infurna, non c’erano dubbi: l’uomo andava condannato. A una pena rilevante: 8 anni e 4mesi. Invece è andata diversamente: un anno e 11 giorni, con l’imputato subito rimesso in libertà. La procura dovrebbe fare ricorso in Appello scaduti i 90 giorni per il deposito delle motivazioni.

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