Busto, 300 cuori per ringraziare medici e infermieri in prima linea contro il Covid

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BUSTO ARSIZIO – Uno, dieci, cento, anzi più di trecento cuori realizzati a mano e donati oggi all’ospedale di Busto come segno di ringraziamento e riconoscenza per quanto fatto dai medici in prima linea durante lo tsunami Covid. Un gesto semplice, ma pregnante di significato, nato in maniera spontanea anche in città e in provincia, per ringraziare tutto lo staff sanitario e amministrativo ospedaliero impegnato durante l’emergenza Covid-19 all’Ospedale di Busto Arsizio.

E’ questo l’obiettivo dell’Associazione artistica no profit “Io creo”, ideata e presieduta da Antonella De Tomassi. “Grazie col cuore” nasce il 20 marzo, quando l’Italia guardava sgomenta in tv le immagini dei convogli dell’Esercito italiano portar via i feretri delle vittime del Sars-Cov-2 da Bergamo.

E che ha trovato cittadini alfieri dell’iniziativa anche nel Varesotto: artisti che hanno preparato oltre 300 cuori consegnati al direttore generale dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido e al direttore socio-sanitario Paola Giuliani.

«Quelle immagini hanno suscitato la volontà di offrire un contributo artistico di solidarietà a coloro che negli Ospedali italiano tanto si sono, e sono ancora oggi, impegnati nella pandemia – dichiara De Tomassi – L’iniziativa ha così coinvolto finora all’incirca undicimila persone che si sono cimentate a creare dei manufatti a forma di cuore coi materiali reperibili nelle loro case, viste le ben note limitazioni di movimento. Le persone, hobbisti di tutte le età, impegnati nella produzione di queste creazioni, sono sparsi su gran parte del territorio nazionale e si sono prodigati utilizzando le tecniche artistiche a loro più congeniali per instillare in un “Grazie col cuore” il loro sentimento di vicinanza e gratitudine.  Tutti i cuori (realizzati, sanificati, imbustati e tenuti in “quarantena” per 20 giorni) sono stati raccolti da volontari in svariate città italiane: oggi ne doniamo circa 300 agli Ospedali dell’ASST Valle Olona».

L’importanza della memoria del sentimento

A coordinare il progetto in provincia di Varese è stata Valeria Lanzillotti, la quale ha dato vita a una rete composta da una decina di volontari che si sono impegnati nell’iniziativa. Apprezzata dai vertici sanitari dell’Asst. «Perché oggi – ha dichiarato il dg Porfido – è importante ricordare. E in tal senso la memoria che io chiamo del sentimento è fondamentale. E’ la memoria più profonda che rimane nel tempo e che basta poco per evocarla, per far affiorare immagini, sensazioni, emozioni e sentimenti. E che si lega a quanto accaduto nel periodo più drammatico del Covid, quando tutto il personale sanitario impegnato in prima linea ha di fatto superato il concetto di sacrificio. Mi spiego meglio. Tutti abbiamo lavorato non per processi, non per specialità, ma per missione. Nel senso che tutti sapevamo cosa bisognava fare, senza quasi bisogno di spiegare o chiedere».

Anche Paola Giuliani ha saputo toccare le corde dell’emozione, quando ha detto che «in quelle settimane dentro ai reparti c’era chi lavorava per salvare vite e fuori dagli ospedali ‘ cittadini che ci stavano vicini. Ecco non eravamo soli e sentivamo un popolo che ci sosteneva».

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