Busto, 443mila euro di buoni spesa e pacchi alimentari. «Bisogno in aumento»

BUSTO ARSIZIO – Buoni spesa e pacchi alimentari, 443mila euro per non lasciare nessuno senza beni di prima necessità. A Busto Arsizio mancano solo «pochi giorni» per far partire la “macchina” dell’erogazione dei buoni spesa per l’emergenza alimentare. «Si potrà fare richiesta da un portale web, anche via smartphone, in modo molto semplice e immediato – annuncia l’assessore all’inclusione sociale Osvaldo Attolini – nel primo lockdown avevamo soddisfatto circa 1100 domande per un totale di 2500-3000 persone assistite, stavolta l’impressione è che i numeri cresceranno, visto che le associazioni stimano un 20% di famiglie in più in stato di bisogno».

La cifra per Busto

osvaldo attolini bustoL’assessore Attolini (nella foto) ha illustrato stamattina, 16 dicembre, in conferenza stampa, le modalità di richiesta e di distribuzione dei fondi che lo Stato ha stanziato ai comuni per l’emergenza alimentare del secondo lockdown. Il Comune di Busto Arsizio, come già ai tempi della prima ondata pandemica, ha deciso di suddividere la cifra ricevuta in due parti: 363mila euro da erogare direttamente alle famiglie (si va dai 150 euro per i nuclei con un solo componente ai 400 euro per quelli con 4 o più componenti) attraverso la piattaforma già utilizzata nel primo lockdown, e 80mila euro, con il coordinamento del banco “La Luna”, da spartire tra le associazioni del terzo settore già impegnate in questo periodo nella distribuzione dei pacchi alimentari ai bisognosi.

Il portale per semplificare

«Anche famiglie e individui che fino ad oggi avevano goduto di un relativo benessere hanno adesso bisogno di generi di prima necessità – sottolinea l’assessore all’inclusione sociale Osvaldo Attolini – una volta ottenuto lo stanziamento di 443mila euro, l’amministrazione si è attivata per predisporre un portale dedicato, attivo nei prossimi giorni, che permetterà di gestire le richieste in modo più veloce rispetto al passato. La distribuzione dei buoni spesa avverrà tramite la società Pellegrini che già aveva collaborato nella precedente tornata». Il link al portale sarà disponibile sul sito del Comune di Busto «tra qualche giorno»: la procedura di accesso è «semplificata – rivela l’assessore – basterà indicare le generalità e la sussistenza dei requisiti. La risposta arriva via mail nel giro di qualche giorno, con il buono Pellegrini che può essere stampato o mostrato con lo smartphone quando si paga la spesa».

I requisiti e i buoni spesa

I buoni spesa sono riservati ai nuclei in difficoltà, avendo «subito una riduzione totale o parziale del reddito a seguito di licenziamento, sospensione di attività commerciale, grave ridimensionamento dell’attività lavorativa, attesa degli emolumenti della cassa integrazione». Per accedere ai buoni occorre essere «residenti a Busto Arsizio o titolari di permesso di soggiorno, non possedere depositi bancari superiori a 10mila euro e non essere percettori di sostegni economici (come reddito cittadinanza, Naspi, indennità di mobilità) superiori a 400 euro mensili». I buoni spesa avranno un valore di 150 euro per nuclei monocomponente, 250 euro per famiglie di due persone, 350 euro in caso di tre componenti, 400 euro se la famiglia è composta da 4 o più persone. L’assegnazione avverrà in ordine di presentazione, con precedenza a chi non percepisce altri sostegni.

Il sostegno alle associazioni

Per la distribuzione degli 80mila euro destinati alle associazioni del terzo settore, il Comune «ha accolto la disponibilità del Banco di solidarietà La Luna a fare da capofila, per centralizzare gli acquisti e aggregare i dati delle famiglie per evitare doppioni – spiega Osvaldo Attolini – alle associazioni che operano sul territorio verrà dato il corrispettivo di generi alimentari di cui necessitano le famiglie assistite. Così avremo una semplificazione procedurale e una rendicontazione più puntuale di tutte le spese sostenute». Basterà tutta questa “macchina” per garantire un Natale sereno a chi è in difficoltà? «La percezione – risponde l’assessore – è che avremo un numero superiore di richieste rispetto all’altra volta perché ci sono nuove situazioni che si sono affacciate a questo tipo di bisogno. E poi c’è sempre la naturale ritrosia a farsi avanti e a manifestare lo stato di necessità: ma non c’è da vergognarsi di nulla, i pacchi si fanno arrivare nella maniera più discreta e con la massima attenzione alla privacy».

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