I «furbetti delle case popolari» di Busto, con macchinone e ricco conto in banca

BUSTO ARSIZIO – Ci sono anche i «furbetti delle case popolari»: hanno l’alloggio comunale con canone di affitto calmierato e il «macchinone di lusso» parcheggiato in cortile. È uno dei paradossi emersi nella riunione di ieri della commissione affari generali dedicata ad Aler, con l’illustrazione della nuova convenzione per la gestione degli alloggi popolari di proprietà comunale e l’audizione dei dirigenti della sede di Busto Arsizio, Carola Airoldi (responsabile di unità gestionale) e Roberto Tadiello (settore patrimoniale).

Stop ai furbetti

Parte la crociata contro «i furbetti delle case popolari», come li definisce la presidente della commissione, la leghista Paola Reguzzoni, stigmatizzando la presenza negli alloggi di proprietà comunale di «gente con il macchinone di lusso». Sarebbero una trentina, su 469 alloggi comunali dati in gestione ad Aler, i casi di persone che rimangono all’interno delle case popolari pur dichiarando di avere conti in banca che vanno dagli 80mila ai 250mila euro, che difficilmente giustificano un affitto a canone calmierato. Eppure la consistenza del gruzzolo detenuto sul conto corrente non è l’unico parametro di valutazione sul mantenimento o la decadenza del diritto a rimanere nell’alloggio, ma va incrociato con altri parametri per determinare il reddito Isee.

Dismissioni e nuovi alloggi

Ma ci sono anche buone notizie per chi ha davvero bisogno di una casa. In dirittura d’arrivo per il 2020 la consegna dei 56 nuovi alloggi realizzati in via Tito Speri, dove ormai una quindicina di anni fa era stato varato il “contratto di quartiere” per la riqualificazione di alcuni immobili. L’ex assessore Paola Reguzzoni ha chiesto anche di prevedere la «dismissione» degli stabili più vetusti, per poter ricavare risorse da reinvestire in nuovi interventi di edilizia popolare. Ad oggi, come fatto sapere da Carola Airoldi, «Aler Busto ha messo in vendita 25 alloggi, piazzandone già una quindicina, un numero residuale rispetto al patrimonio a disposizione. Ma è prevista un’integrazione del piano vendite per quegli alloggi le cui spese a carico di Aler sono troppo gravose. Tutti gli introiti delle dismissioni vengono poi reinvestiti sul territorio di Busto». Airoldi ha anche fatto notare che «la media del valore di mercato degli alloggi Aler di Busto si aggira attorno ai 25mila euro»: non c’è dunque da aspettarsi grandi introiti dalle vendite.

Il nuovo contratto «molto migliorato»

La nuova convenzione con Aler per la gestione dei 469 alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà comunale (a cui si aggiungono i 1401 alloggi di proprietà Aler), sottoscritta nei mesi scorsi, nel periodo in cui il sindaco Emanuele Antonelli gestiva l’interim dell’assessorato ai servizi sociali, «migliora molto le cose rispetto a prima», secondo lo stesso sindaco. C’è una più chiara separazione delle competenze tra quello che fa Aler e quello che tocca al Comune, sia per quanto riguarda le manutenzioni sia per la gestione delle morosità. La dirigente Monica Brambilla in particolare ha evidenziato la novità del «monitoraggio quadrimestrale» degli interventi di manutenzione, che permette di allineare le disponibilità economiche con le priorità, anche perché «il grosso problema degli edifici di proprietà comunale affidati in gestione ad Aler è la vetustà». Gli interventi da realizzare sulle centrali termiche sono invece stati spalmati sul triennio, stanziando 90mila euro all’anno. Per le morosità infine si è aperta la possibilità delle rateizzazioni anche per gli alloggi di proprietà comunale, con un «buon riscontro»: una novantina i piani di rientro attivati per permettere agli inquilini di rimettersi in pari con i canoni di affitto.

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