Busto, coop da incubo: disabili puniti con botte, bastoni, acqua gelata e digiuni

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BUSTO ARSIZIO – E’ partita dalla denuncia presentata ai carabinieri della stazione di Castellanza da un’operatrice socio sanitaria che lavorava a tempo determinato nella struttura di Cesate finita nel mirino degli inquirenti l’inchiesta che all’alba di oggi, martedì 13 aprile, ha portato all’esecuzione di 7 misure di custodia cautelare per maltrattamenti emessa dal gip di Milano Alessandra Clemente a carico dei due gestori della struttura per disabili psichici dell’hinterland milanese e di cinque operatori.

Intercettazioni e video

I dettagli che emergono dall’inchiesta portata rapidamente a termine dai militari della compagnia di Busto Arsizio, guidati dal capitano Annamaria Putortì, e coordinata dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Maria Letizia Mannella,  tratteggiano uno scenario da incubo. La denuncia risale al febbraio scorso; da allora gli uomini dell’Arma attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e video registrati da telecamere nascoste, hanno documentato quanto accadeva all’interno della cooperativa di Cesate. 

Violenze e punizioni “educative”

Gli indagati avrebbero sottoposto i nove ospiti della struttura a vessazioni e violenze fisiche e psicologiche. Offese, grida, percosse, strattonamenti, ma anche lancio di oggetti e di acqua gelata addosso alle vittime, che spesso venivano anche lasciati senza pasto. I nove ospiti veniva presi in giro per i loro handicap, sottoposti a punizioni corporali e addirittura costretti a fare le pulizie e a provvedere all’igienizzazione dei locali occupati. Inoltre senza avere alcuna abilitazione professionale in merito, gli indagati somministravano vari farmaci alle vittime. Medicinali che erano sì stati prescritti, ma che i sette operatori sottoposti a misura avrebbero spesso cambiato a loro piacimento.

Bastone e acqua gelata

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri se le vittime non eseguivano gli ordini loro impartiti, venivano puniti con pratiche ritenute “educative”. Se non mangiavano composti venivano ad esempio costretti a mantenere la postura eretta tramite un bastone infilato nella cintura e bloccato alla testa con una fascia, nonostante i lamenti per il dolore che questo causava. Se non si svegliavano immediatamente la mattina gli operatori gettavano loro addosso acqua gelata lasciandoli poi con i vestiti bagnati per ore. Chi sgarrava a tavola si vedeva sostituire il pranzo con la colazione oppure veniva lasciato digiuno seduto a tavola a osservare gli altri mangiare. I due gestori sono adesso agli arresti domiciliari; dei 5 operatori due sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e per altri tre è scattata la sospensione per sei mesi dell’attività di educatore socio assistenziale.

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