Da Busto a Tutta Italia: avvocati in campo. «Tutela gratuita per medici e infermieri»

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BUSTO ARSIZIO – «Ci siamo chiesti, ma noi avvocati non possiamo davvero fare niente per dare una mano?». Chi parla è Michele Maggi, il socio di studio legale ovviamene è Paolo della Vedova. La domanda tra i due è intercorsa nella serata dell’altro ieri, giovedì 26 marzo. Lo studio legale in questione è bustocco ma «Non vuole dire niente», precisa Maggi. Insomma non è una trovata pubblicitaria. E chi dovesse pensarlo si ritroverebbe coperto di vergogna leggendo quanto segue.

Arrivano adesioni da tutta Italia

L’idea venuta agli avvocati in questione è infatti la creazione di una database nazionale. Quindi nessun Io e nessun Noi. Si tratta di una database aperto a tutti. Il tam tam è partito sui social personali dei due avvocati. Il messaggio semplicissimo: « In questo grave periodo di crisi sanitaria, sociale ed economica, le professioni e le competenze devono unirsi per contribuire ad un’attività di contrasto alla pandemia che sta assumendo i tratti di una vera guerra. Per questo motivo siamo convinti che i professionisti del diritto, gli avvocati, devono supportare, per quanto di loro competenza, coloro che stanno in prima linea in questa difficile battaglia. Per tale motivo invitiamo tutti i Colleghi a seguire ciò che noi intendiamo fare, ovvero, affiancare, senza nessun costo a carico loro, tutti i medici e gli infermieri, per ogni possibile conseguenza legale dovessero subire o per ogni possibile problema giuridico dovessero affrontare , in conseguenza delle condotte tenute, stoicamente, durante il periodo di eccezione sanitaria . Il nostro studio è disponibile dunque ad affiancare costoro, senza nessun costo, per difendere i loro diritti e e per contribuire alla loro salvaguardia».

Più di 30 adesioni in tutta Italia

Ad oggi le adesioni superano le 30 in tutta Italia. Trenta studi legali si sono messi a disposizione: «La maggior parte sono nel Nord Italia ma iniziamo ad avere adesioni anche al Centro Sud – spiega Maggi – Il punto è che qui ci muoviamo in un contesto di pandemia. Si naviga a vista: non ci sono certezze sulle cure da somministrare». Questo è noto adesso, ma quando tutto sarà finito chi ha subito un lutto che considererà ingiusto si rivolgerà alla giustizia. «Ed è questo – spiega Maggi – Che possiamo fare noi oggi. Creare un lunghissimo elenco di studi in tutta Italia da pubblicare online pronti ad assistere gratuitamente medici e infermieri un domani. Sperando che non ce ne sia bisogno, ma pronti ad intervenire gratuitamente in soccorso del personale sanitario tutto, qualora ci dovessero essere problemi in futuro con la gestione di questa pandemia. E’ tutto quello che è in nostro potere oggi per fare la nostra parte: mettere a disposizione la nostra professionalità del personale sanitario qualora servisse. E speriamo di no». Come fanno gli avvocati a rendersi disponibili? Sino a oggi si è andati per passa parola social (Facebook nello specifico) ma basta per ora mandare una mail all’indirizzo segreteria@studiolegaledvm.it. Si ipotizza di creare una pagina Facebook ad hoc a breve. Il database accoglie ogni studio legale in Italia che sia disponibile a mettersi a disposizione.

Le precisazioni dell’Ordine degli avvocati

«Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Busto Arsizio, letta la notizia apparsa sulla vostra testata in data odierna dal titolo Da Busto a Tutta Italia: avvocati in campo. «Tutela gratuita per medici e infermieri», nella quale si parla della creazione di una data base con i nomi di avvocati disponibili ad assistere gratuitamente medici e infermieri per ogni possibile conseguenza legale che dovessero subire o per ogni possibile problema giuridico dovessero affrontare in conseguenza delle condotte tenute nella cura dei malati di Covid19, ha deciso di portare l’iniziativa all’attenzione del Consiglio Distrettuale di Disciplina – si legge in una nota firmata dal presidente Angelo ProserpioIl Consiglio dell’Ordine ravvisa infatti l’ipotesi illecita dell’acquisizione di clientela in modo non conforme alla correttezza e al decoro della professione. Pare al Consiglio dell’Ordine che il messaggio, apparentemente finalizzato a costruire una rete di avvocati animati da spirito di solidarietà disinteressata, viene diffuso in un momento in cui il paventato rischio non è sorto, rischia di interferire nel gigantesco compito che ora assorbe totalmente il personale sanitario e omette di precisare che le prestazioni offerte saranno gratuite non solo nei riguardi delle persone eventualmente incolpate ma anche delle relative strutture di appartenenza e Compagnie di assicurazione».

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