Covid in carcere a Busto: 90 detenuti in quarantena. Difficile trovare medici

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BUSTO ARSIZIO – Sono 22 i detenuti in isolamento nel carcere di Busto Arsizio perché positivi al Covid 19. Ma questi «Se ne aggiungono una novantina circa che sono stati messi in quarantena. Proprio oggi (mercoledì 18 novembre) abbiamo incontrato una delegazione dei detenuti dopo aver concordato, che i vertici regionali della sanità penitenziaria, che per contenere il contagio sarebbe stato meglio adottare questa misura per tutti coloro che hanno avuto contatti stretti con i positivi. Perché tra questi potrebbero nascondersi dei negativi in incubazione». Il direttore della casa circondariale bustocca Orazio Sorrentini inquadra così una situazione complessa che si sta cercando di tenere sotto controllo.

Quarantena meno rigida

«La quarantena è meno rigida dell’isolamento – spiega ancora il direttore – I detenuti in quarantena possono, ad esempio, uscire per il periodo d’aria consentito». Naturalmente sempre a distanza e con tutte le cautele del caso. «Al momento non mi risultano episodi di contrarietà alle misure».

Il punto sulla situazione della diffusione del Covid-19 nelle carceri lombarde è riassunta in questi numeri: 174 detenuti contagiati, accolti in gran parte nei Covid hub di San Vittore e Bollate, 11 ricoverati e 142 operatori in quarantena fiduciaria per positività o contatti con persone risultate positive.

Sono alcuni dei dati resi noti questo pomeriggio, mercoledì 18 novembre, nella Commissione speciale sulla situazione carceraria, presieduta da Gianantonio Girelli (PD), che ha fatto il punto sull’andamento della situazione sanitaria all’interno degli istituti penitenziari lombardi con il Provveditore per la Lombardia, Pietro Buffa.

Criticità a Busto e Lodi

Buffa ha spiegato che rispetto all’ondata del marzo scorso, si è voluto cambiare strategia, vista la velocità di diffusione del virus. Si è passati quindi da un hub solo, quello di San Vittore, a 403 posti, distribuiti tra le varie carceri lombarde, per accogliere i detenuti malati. Buffa ha poi sottolineato che focolai importanti sono stati registrati negli istituti di Busto Arsizio e Lodi e ha sollevato il problema della difficoltà di reperire sanitari, medici e infermieri, in grado di eseguire e processare i tamponi. Concludendo il suo intervento ha confermato l’impegno dell’amministrazione anche sul tema del tracciamento «passaggio fondamentale per capire come si muove il virus e come si veicola l’infezione».

Struttura pronta davanti all’emergenza

«Non si può che esprimere apprezzamento per il lavoro che si sta facendo nelle carceri lombarde – ha detto il Presidente Girelli – in un momento ancora più critico rispetto a quello già impegnativo del marzo scorso. Significa che ci troviamo di fronte a una struttura penitenziaria pronta ad affrontare l’emergenza, che non dimentica ma anzi fa tesoro di quanto vissuto nei mesi scorsi».

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