Busto, fanno pipì per strada. E il sindaco s’indigna su Facebook

busto antonelli pipì post

BUSTO ARSIZIO – “VERGOGNA: due persone adulte, e definirle persone è fare loro un complimento, figuriamoci adulte, che usano la nostra città per i loro bisogni…!!!

Spero tanto che qualcuno li riconosca, o che loro stessi si riconoscano, e che si vergognino di questo gesto…anche se, molto probabilmente, ne andranno fieri.
Io invece #MI #VERGOGNO e #ARRABBIO, perché di sforzi per tenere pulita #BustoArsizio, la nostra città, ne stiamo facendo tanti (non ultimo l’introduzione dello spazzino di quartiere)…e questo lo trovo semplicemente #INACCETTABILE, una mancanza di #EDUCAZIONE e #RISPETTO che non può e non deve essere giustificata…SI VERGOGNINO!

Qui la foto di segnalazione per disturbo in Corso Europa, angolo via XXII Marzo, protocollata stamattina in Comune.
#AntonelliSindaco”

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(Vin.Co.) – E’ il post che il primo cittadino di Busto Arsizio ha pubblicato oggi, venerdì 2 agosto, sulla sua pagina istituzionale di Facebook. Con un’immagine fin troppo eloquente: due signori (si fa per dire) che fanno pipì in centro. Scambiando il muro di un edificio per un vespasiano. Fotografia che non avrebbe bisogno di commenti, se non il fatto che testimonia, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l’ineducazione imperante, la volgarità che sembra purtroppo caratterizzare la nostra epoca, come se non ci fosse né un limite né una scala di valori. Vergogna, appunto. Ha ragione Antonelli a indignarsi e a sottolineare come un simile gesto rischi addirittura di passare come normale, perché ciò che soltanto alcuni anni fa era inammissibile è, oggi, lecito. Sufficiente guardare un qualunque programma televisivo, ascoltare una canzone, vedere un film per rendersi conto di come tutto sia oramai accettato. Dal turpiloquio ai comportamenti più beceri. Non si tratta di essere moralisti, piuttosto di ricondurre i nuovi modelli di vita, purtroppo reiterati in ogni dove e per ogni occasione, entro i confini della semplice educazione. Con la quale rischiamo di perdere il contatto per una serie di motivazioni che meriterebbero approfondimenti sociologici e probabilmente antropologici. Discorso complicato, che ci porterebbe lontano. Limitiamoci al fatto di cronaca e alla segnalazione del sindaco. Che da soli ci offrono spunti di riflessione. E di indignazione, anche per un altro motivo: passerà tutto come acqua sul marmo. Anzi, come pipì sul muro.

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