Busto, FdI alla Lega: «S’arrampicano sui vetri». Speroni “assolve” Rogora

Massimiliano Nardi Presidente del Circolo di Fratelli d'Italia a Busto Arsizio

BUSTO ARSIZIO – «Noi portatori dell’Agenda Draghi? Si sente il rumore delle unghie sul vetro». Il coordinatore di Fratelli d’Italia Massimiliano Nardi respinge le affermazioni fatte dal direttivo della Lega di Busto a proposito dell’addio di Max Rogora, in procinto di abbracciare la causa del partito di Giorgia Meloni. «Si percepisce il fastidio della Lega più che una presa di posizione nei nostri confronti – aggiunge Nardi – sono come i fidanzatini che si lasciano e uno dà la colpa all’altro. Ma ribadisco che Max, se verrà da noi, farà il consigliere». Niente posti, dunque.

La replica di FdI

«La vicenda Rogora è cosa loro, ma siccome ci tirano in ballo credo sia giusto rispondere – ammette Massimiliano Nardi, presidente del Circolo di Fratelli d’Italia di Busto Arsizio – vorrei mettere la faccia che ho fatto quando ho letto le dichiarazioni della Lega. Perché al governo con Draghi c’erano loro, i leghisti, mentre gli unici che sono all’opposizione siamo noi. Ciò non toglie che se da Draghi, così come da Pippo, Pluto e Paperino, viene proposto qualcosa di giusto, perché non votarlo? Ma a sentire certe affermazioni mi viene da ridere: lasciano il tempo che trovano».

Speroni “assolve” Rogora

E se, di fronte alle allusioni del direttivo della Lega, il presidente del Circolo dei “Fratelli” nega che Max Rogora possa essere in cerca di un posto, anche il suo ex segretario cittadino Francesco Enrico Speroni, su questo punto, lo assolve: «Non credo lo faccia per la “cadrega”». E spiega il perché: «Se in virtù dei nuovi equilibri, Fratelli d’Italia chiedesse per Rogora un assessorato, a scapito della Lega, Max dovrebbe dimettersi. E a quel punto entrerebbe al suo posto il primo dei non eletti della Lega, Livio Pinciroli. A meno che non aderisse anche lui a Fratelli d’Italia, si ristabilirebbero gli equilibri di prima dell’uscita di Rogora, che a quel punto non avrebbe più “diritto” ad un posto in giunta». Insomma, un corto circuito che “bloccherebbe” Max in consiglio.

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