Emanuele Antonelli: avanti i fruttivendoli, fuori i giornalisti

busto antonelli fratelli giornalisti
Emanuele Antonelli in visita a un negozio di ortofrutta. In fascia tricolore

Cinque anni fa era il candidato sindaco di Busto Arsizio sostenuto da Nino Caianiello, principale indagato dell’inchiesta Mensa dei poveri. Ora, a rilanciare nella mischia pre elettorale Emanuele Antonelli, è Fratelli d’Italia, che lo ha accolto nelle sue amorevoli braccia. Così da avallare l’annuncio della sua scontata quanto attesa ricandidatura nella conferenza stampa di oggi, sabato 6 febbraio, a Palazzo Gilardoni. Una sede istituzionale, scambiata per una sede politica (casa loro?) visto i contenuti dell’incontro con alcuni giornalisti, scelti per l’avvenimento. Quelli buoni sì, quelli cattivi fuori dalla porta. Non c’è da stupirsi: Antonelli ha il senso della libertà di stampa sotto i piedi. Noi di Malpensa24 ne patiamo i rigori da Minculpop da un paio d’anni. Nell’occasione abbiamo scoperto di non essere più i soli a finire al bando dall’esimio primo cittadino: siamo in prestigiosa compagnia,  c’è anche la storica testata cartacea della provincia.

Per quanto ci riguarda continueremo a scrivere di lui senza preoccuparci dell’ostracismo istituzionale: è una fonte inesauribile di notizie, soprattutto quelle che lo fanno sbroccare. E’ però una situazione che richiederebbe la sollevazione collettiva degli scriba locali. In Inghilterra, i colleghi lasciarono solo il premier che aveva escluso una testata. Da noi, la categoria trabocca di gelosoni e rosiconi, molti dei quali lesti nell’umettare le terga del potente di turno. Pazienza.

Il problema non è tanto Antonelli: lo conosciamo e ci fa divertire. Ma come lo conosciamo noi lo conoscono anche i suoi mentori di Fratelli d’Italia, che lo sostengono come fosse il messia bustocco. Senza curarsi di aspetti comportamentali che ne denotano la propensione al dispotismo. Oddio, a destra certi discorsi magari fanno accapponare la pelle, sono fuori luogo, ma che si presenzi a una conferenza stampa, convocata sottotraccia, di lancio di una candidatura, momento che richiederebbe la massima condivisione, senza preoccuparsi dell’ostracismo insensato voluto dal sindaco, beh, qualche preoccupazione è lecita. Significa che il sindaco è fuori controllo anche dal suo partito. Massimiliano Nardi, presidente del circolo cittadino dei Fratelli, e Paolo Montani, semisconosciuto membro del direttivo, erano lì, come nulla fosse, senza eccepire sulla mancata convocazione della stampa intera e sulla conseguente discriminazione. Dei geni della comunicazione: invece di sanare i conflitti, contribuiscono ad ampliarli.

Fratelli d’Italia, ma a questo punto anche Lega e Forza Italia, di nuovo probabili alleati di Antonelli in futuro. Possibile che siano disposti a sostenere per altri cinque anni l’epigono del Marchese del Grillo: “Io sono io e voi non siete un cazzo”? Certo, brigano per strappargli la candidatura, sostituendolo con un loro esponente. Ma abbiamo il sospetto che, alla fine, soccomberanno ai diktat dei loro capi, in altre faccende affaccendati e maldisposti alle beghe locali. In barba all’autonomia e alla libertà di scelta.

Per un cambio di passo anche in quel di Busto occorrerebbero palle e disponibilità a lasciare eventualmente sul terreno rendite di posizione acquisite, compreso il briciolo di potere o, meglio, l’illusione del potere derivante dagli incarichi amministrativi, anche i più ridicoli. dispensati dall’attuale sindaco a suo assoluto piacimento.

Poi, per carità, tutto si giustifica con lo spirito di servizio per la comunità. Antonelli, ad esempio, è inarrivabile nel riempirsi la bocca con il “bene della città”. Al punto da rimangiarsi la promessa di essere disponibile a fare il sindaco per un solo mandato. Anche qui, di cosa dobbiamo stupirci? Basta guardare cosa succede a Roma e cosa si rimangiano i partitoni: cosa volete che sia un sindaco che non mantiene la parola? Anzi, siamo sicuri che se ne dimenticheranno tutti. E che Antonelli, spinto dal centrodestra unito (l’unità della coalizione nel Varesotto sembra un dogma, nonostante ciò che accade in sede nazionale), vincerà di nuovo le elezioni. Per continuare, con alto senso del ruolo istituzionale, a inaugurare i negozi di fruttivendolo indossando la fascia tricolore. Nell’attesa, orate fratres.

Quando Antonelli prometteva: «Non mi ricandido». E Speroni è d’accordo

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