Busto, inquilini Aler con la Jaguar in cortile? «Non tocca ai servizi sociali sfrattarli»

BUSTO ARSIZIO – «L’inquilino con la Jaguar parcheggiata nel cortile dell’alloggio popolare? Non compete al Comune, ma ad Aler, verificare se ha diritto o meno a quell’alloggio. E non spetta certo ai servizi sociali sfrattarlo». Così l’assessore all’inclusione sociale Osvaldo Attolini smorza la polemica ormai ricorrente e incassa l’approvazione del regolamento per l’erogazione dei servizi sociali, che cambia dopo 14 anni. Un iter lunghissimo, passato attraverso tre diversi assessori in due consigliature, ma che arriva alla conclusione senza convincere in pieno tutti. Giovedì sera, 9 luglio, in consiglio comunale l’ultimo atto, approvato a maggioranza, non senza qualche osservazione.

Stop ai “furbetti”

«Un primo passo, per nulla esaustivo» per la consigliere della Lega Paola Reguzzoni, che ha rinnovato l’invito a «normare i controlli» soprattutto per stanare i “furbetti”, quelli che lei chiama «i professionisti dell’assistenza sociale», come aveva già sollecitato in commissione parlando degli aventi diritto agli alloggi popolari con 200mila euro sul conto corrente. Il via libera al regolamento è stato rimandato dall’ultima seduta del consiglio proprio per inserire un emendamento, firmato dalla presidente della commissione servizi sociali Donatella Fraschini (Idee in Comune), che prevede di rendere più stringenti i controlli e la presenza di determinati indicatori di priorità d’accesso ai servizi.

La Jaguar in cortile

Stavolta è arrivata la risposta dell’assessore ai servizi sociali Osvaldo Attolini: «Non possono essere i servizi sociali ad andare nelle case a controllare se gli inquilini hanno un televisore da 65 pollici o una Jaguar parcheggiata in cortile. La gestione degli alloggi è in mano ad Aler con apposita convenzione: le verifiche anagrafiche e sui redditi sono in capo ad Aler e non è compito dei servizi sociali andare a sfrattare chi non ha titolo. È vero che l’amministrazione ha il dovere di controllare, ma non spetta ai servizi sociali farlo». Rispedendo così la palla al mittente. Oltretutto, rimarca Attolini rispondendo ad un’altra obiezione reiterata da Paola Reguzzoni, «il solo conto corrente non è elemento sufficiente per stabilire se una persona ha titolo a stare in quell’alloggio». E dal arriva anche una tirata d’orecchi ai consiglieri: «C’è stato tutto il tempo per presentare osservazioni e proposte di modifica, è vostra responsabilità farlo. Da me si è presentato solo il consigliere Paolo Licini (Lega, ndr) con i suoi suggerimenti».

«Mancano i criteri»

Altro motivo contrapposizione è la mancata fissazione dei criteri per l’assegnazione delle erogazioni assistenziali. «Senza criteri, il regolamento è monco. E non lo voto» tuona il consigliere del gruppo misto Diego Cornacchia. Critico anche il Pd, che con Valentina Verga fa sapere che «la giunta ci chiede un voto in bianco scegliendo di non scegliere alcun criterio e di non indicare nulla nel regolamento. Così i cittadini non sapranno perché avranno un determinato punteggio in lista d’attesa né gli uffici sapranno cosa fare. Complimenti! Dopo 14 anni di attesa, un bel risultato…». Ma la presidente della commissione Donatella Fraschini spiega che «non è stata una dimenticanza o una non volontà di accogliere questo suggerimento. I criteri devono essere dinamici e modificabili dalla giunta in base alle esigenze del momento, mentre il regolamento dà un quadro generale di lungo periodo». Anche l’assessore Attolini conferma che «è giusto lasciare i criteri a discrezione della giunta». E alla fine incassa finalmente il “sì” al regolamento “infinito”.

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