Busto, la consultazione su Accam pare uno specchietto per le allodole

II Comune di Busto Arsizio ha avviato una consultazione pubblica sulla proposta di costituzione di una NewCo che, nelle intenzioni, non solo subentrerà nella gestione dell’attività dell’inceneritore di Accam, ma dovrebbe sviluppare anche un percorso di economia circolare, tale da rendere l’attività di incenerimento marginale.

Pur condividendo fermamente la necessità di una consultazione pubblica, le modalità scelte dalla Giunta ci hanno lasciati alquanto perplessi, considerato il breve lasso di tempo assegnato ai cittadini per leggere 1384 pagine di documenti in soli 12 giorni. Ci chiediamo se questa sia davvero un’operazione di coinvolgimento dei cittadini o solo uno specchietto per le allodole.

Nonostante i tempi stretti, Legambiente ha ritenuto di depositare alcune brevi osservazioni che hanno riguardato i seguenti punti:

Innanzitutto l’irrisorio margine di tempo assegnato dal Comune di Busto Arsizio alle osservazioni: in base all’art. 5 del citato T.U.S.P. al comma 2, le amministrazioni pubbliche hanno la facoltà di decidere la tempistica della consegna delle osservazioni. A tal proposito si evidenzia che il termine di 12 giorni assegnato dal Comune di Busto Arsizio è assolutamente insufficiente a consentire a cittadini e associazioni di provvedere all’esame e alla redazione di osservazioni. Tale termine, evidentemente pensato nell’ottica di accelerare tutto l’iter, è escludente della partecipazione di soggetti che non sono già a conoscenza dell’argomento. Il tecnicismo dei documenti richiede, infatti, che l’esame venga delegato a competenze professionali di cui Legambiente dispone, ma che non possono lavorare e relazionare in un tempo così ristretto.

Per quanto riguarda il Piano di Sviluppo, evidenziamo che il percorso verso l’economia circolare, inserito al fine di escludere la sola finalità di salvataggio di Accam dal fallimento risulta del tutto generico e privo di indicazioni concrete da poter essere valutato.

A conferma di ciò, il Piano Economico Finanziario non risulta prevedere quote di bilancio dedicate allo sviluppo di innovazioni, in un’ottica di sviluppo di economia circolare, e pertanto ci si chiede con quali tempi e mezzi si intendano mettere in campo le attività ipotizzate per uscire dal solo smaltimento dei rifiuti. Ci chiediamo, quindi, come potranno le asserite attività di economia circolare passare ad essere “attività centrali”. Il Piano di sviluppo che dovrà essere presentato entro aprile del 2022 rischia così di essere ancora una volta un percorso generico che rinvierà a futuri ulteriori approfondimenti alimentando i dubbi sui “se” e “quando” della realizzazione.

Tenendo conto di quanto sopra, riteniamo che la data del 2032 per l’avvio del generico processo di economia circolare sia troppo spostata nel tempo.

In conclusione, riteniamo che il percorso enunciato sia, ancora una volta, troppo sbilanciato sull’impianto di incenerimento e troppo superficiale sull’economia circolare, lasciando la prospettiva della conversione a quest’ultima solo su uno sfondo eccessivamente sbiadito per essere credibile. Ribadiamo la nostra ferma convinzione che occorra prevedere la chiusura dell’incenerimento per dare forza e alle buone intenzioni che oggi continuano a rimanere solo sulla carta.

Legambiente Busto Arsizio 

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