Busto, ossigeno per Accam: i sindaci soci approvano il piano industriale di Bellora

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BUSTO ARSIZIO – Accam, approvato il nuovo piano industriale. Passaggio non scontato, poiché sul tavolo c’era il nodo delle garanzie dei soci da sciogliere, ma che ora permetterà alla società di impostare il percorso degli investimenti necessari. Approvazione che arriva per il calcolo del peso percentuale dei soci più che dal numero dei sindaci presenti, in quanto l’ok al piano è arrivato da 11 primi cittadini dei 25 connessi all’assemblea in streaming. Primo tra tutti quello degli interventi alla caldaia. E’ questo l’esito dell’assemblea dei soci che si è tenuta ieri, giovedì 30 aprile.

Resurrezione?

E’ presto, molto presto, per parlare di una resurrezione della società Accam. Piuttosto di una buona e cospicua boccata d’ossigeno, avvenuta con l’approvazione del piano industriale. Che sommata alla rinnovata convenzione con Eco Eridania sul trattamento dei rifiuti ospedalieri e con il fatto che i Comuni che conferiscono stanno pagando il servizio di smaltimento in maniera celere e puntuale, danno alla società un’autonomia di qualche mese. Tempo che dovrà essere impiegato per completare il piano prospettato nelle assemblee precedenti e che, a questo punto, vedrà Busto protagonista.

«Un passo alla volta – spiega Bellora – in questo momento l’obiettivo era l’approvazione del piano industriale. Che, vorrei ricordare, è stato elaborato nel rispetto del mandato alla società definito nella delibera del 28 febbraio scorso: ovvero mettere in sicurezza la società».

E le garanzie rispetto alle quali i sindaci avrebbero dovuto assumere un impegno concreto? «Abbiamo superato anche quella criticità – continua Bellora – nel senso che la delibera che accompagna l’approvazione del piano dice in maniera chiara che, qualora la società dovesse avere necessità di garanzie, i sindaci soci dovranno portare prima la questione in consiglio comunale e sottoporla all’approvazione. Insomma, è presto per dire “abbiamo salvato la società”, ma al momento posso confermare che sono stati fatti importanti passi avanti in tal senso».

E ora?

Il lavoro di risanamento però non è finito. A questo punto, infatti, dovrebbe entrare in gioco il Comune di Busto, che dopo l’annuncio di voler diventare (a livello societario) il punto di riferimento deve dare seguito a una serie di azioni. Una di queste è la questione legata alla proprietà del terreno e alla sua eventuale cessione alla società Accam. Passaggio vincolato a un secondo obiettivo: dare solidità in termini di azionariato alla composizione sociale. E qui dovrebbe scendere in partita Agesp, nel senso che Palazzo Gilardoni potrebbe anche esercitare il controllo di Accam attraverso la sua più importante partecipata. Che, secondo alcune indiscrezioni, sta lavorando a uno studio tecnico per valutare l’ingresso. Non solo, ma Busto poi dovrà ancora allineare la discrepanza tra la data d’affitto del terreno (che cadrebbe con la cessione) e la dead line del 2027. Data entro la quale Accam dovrà arrivare con un’attività alternativa all’incenerimento.

Bellora rispetto a questo scenario e alla scelte che dovrà intraprendere Busto non si sbilancia: «Non tocca a me – spiega – io posso dire che in questo momento abbiamo davanti sei mesi di autonomia finanziaria, che vanno sfruttati per dare concretezza a tutta una serie di discorsi. Un altro obiettivo che ci siamo posti è quello di poter rientrare nella gestione in house della società».

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